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Efficaci campagne di comunicazione, certificazioni dei prodotti posti in commercio, gestione delle acque e recupero dei fluidi, utilizzo di packaging compostabili o riciclabili sono sufficienti?

Il tema della sostenibilità è di grande attualità e riguarda anche il settore lattiero caseario il quale è chiamato ad affrontare nuove sfide e a raggiungere gli obiettivi dettati dalle nuove politiche green europee (New Green Deal, Farm to Fork, nuova PAC) che rispondono alle richieste della società in termini di sostenibilità ambientale, rispetto del benessere animale e dei lavoratori. Attraverso queste strategie comunitarie si cerca di fornire una risposta concreta ai cittadini e ai consumatori europei; tuttavia le problematiche ambientali non sono l’unica sfida da affrontare: a fronte dell’incremento della popolazione che si realizzerà nei prossimi anni vi sarà una maggior richiesta di cibo nonché l’esigenza di garantire la sostenibilità economica dei prodotti (ad esempio per quanto riguarda il prezzo del latte). Si tratta di aspetti difficili da far coesistere senza l’impegno delle imprese produttive ad aumentare l’efficienza della filiera attraverso strumenti come efficaci campagne di comunicazione, certificazioni dei prodotti posti in commercio, gestione delle acque e recupero dei fluidi, utilizzo di packaging compostabili o riciclabili etc. È quindi indispensabile elaborare dei benchmark di riferimento per individuare gli obiettivi da raggiungere e fare chiarezza per tutti gli operatori della filiera.

Il termine sostenibilità è strettamente collegato alla zootecnia e al comparto lattiero caseario che costituisce uno dei pilastri dell’economia italiana ed è riconosciuto all’interno dell’Unione Europea come settore di grande successo in quanto una quota rilevante del latte prodotto è impiegata per la trasformazione in formaggi di alta qualità esportati e conosciuti in tutto il mondo. 

Uno sguardo alla nuova PAC

Lungo il percorso che accompagnerà l’agricoltura e la zootecnia a essere più green, gli agricoltori saranno coadiuvati dalle istituzioni europee: la recente riforma della PAC del periodo 2023/2027 assicura cospicue risorse finanziarie che dovranno essere distribuite in modo flessibile secondo modalità stabilite dai singoli stati membri dell’Unione Europea e venendo incontro alle concrete esigenze delle filiere. Ne consegue che a livello nazionale sarà fondamentale l’elaborazione di un piano strategico adeguato per gestire gli aiuti in maniera efficiente ed efficace al fine di sostenere la transizione verso l’innovazione delle aziende agricole. 

Al fine di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità sociale, l’accesso agli aiuti stanziati dalla Politica Agricola Comune potrà essere vincolato a un sistema di protezione sociale relativo alla prevenzione degli infortuni, alla tutela della sicurezza sul lavoro e al rispetto dei diritti dei lavoratori della filiera. 

Per quanto invece concerne la sostenibilità etica, secondo un recente studio di Ismea, nei prossimi cinque anni la produzione di latte aumenterà, di conseguenza l’export sarà fondamentale per collocare il prodotto e si dovranno elaborare politiche di adeguato sostegno del prezzo. Occorrerà quindi implementare un approccio di sistema e un percorso di aggregazione delle imprese del sistema lattiero caseario. 

Come comunicare correttamente ai consumatori le iniziative a favore della sostenibilità?

Negli ultimi tempi si è assistito a una proliferazione dei cd. “green claim” (ad esempio: biodegradabile, eco friendly, amico della natura etc.); a fronte di tali slogan che catturano l’attenzione del consumatore e indirizzano le sue scelte d’acquisto, sarebbe necessario mettere a disposizione dei cittadini la rendicontazione ambientale dell’intero processo di filiera. Occorrerà infatti elaborare un’analisi dell’impronta reale dei singoli processi produttivi, delle tecniche allevatoriali e agronomiche utilizzate, al fine di consentire una precisa determinazione degli impegni ambientali raggiunti, nonché di quanto si dovrà fare nel futuro per raggiungere gli obiettivi europei (es. la riduzione delle emissioni di CO2 entro l’anno 2030). Risulta quindi fondamentale comunicare correttamente al consumatore che le aziende della filiera lattiero casearia, al fine di soddisfare tale esigenza, stanno riducendo il proprio impatto ambientali tramite la pubblicazione dei dati relativi agli indicatori quali ad esempio, i farmaci per la cura degli animali, l’analisi sulla circolazione dell’acqua, sui bilanci dei nutrienti, sulla biodiversità, le modalità di gestione della sostanza organica nel suolo etc.

A fronte della diffusione di un crescente interesse dei cittadini europei riguardo al tema della sostenibilità, il mondo scientifico si trova in difficoltà rispetto all’elaborazione di indicatori specifici e ben definiti. La zootecnia è indiziata come antagonista della sostenibilità ambientale perché emette gas serra ma si deve considerare che tutte le attività produttive hanno impatti emissivi commisurati alla loro natura. Non bisogna trascurare che i processi che coinvolgono gli agrosistemi sono notoriamente complessi, pertanto sarebbe opportuno regolarne cicli nonché i rapporti con ogni altro impattante ambientale. In Italia, sono stati fatti notevoli progressi in questa direzione, ma uno strumento che potrebbe implementare e migliorare ulteriormente il sistema è la digitalizzazione: si dovrebbero sviluppare tecniche di misurazione delle pratiche di ogni impianto produttivo e sistemi che possano catalogare i dati al fine di elaborare un algoritmo in grado di individuare i benchmark di riferimento. Anche la gestione digitale della tracciabilità (ad esempio raccolta del latte tramite blockchain) sarà imprescindibile per dare informazioni sulla sostenibilità dei prodotti lattiero caseari. 

Per quanto concerne il rispetto delle normative sul benessere animale con l’art. 224bis del cd. Decreto Rilancio (DL 34/2020) è stato istituito il “Sistema di qualità nazionale per il benessere animale”: una certificazione volontaria che si caratterizza per l’applicazione di regole sul benessere animale superiori agli standard di legge. Ciò significa valorizzazione massima della sostenibilità dei prodotti Made in Italy che si posizioneranno in una nicchia di mercato riservata ai consumatori più sensibili al tema del benessere animale.

CONCLUSIONI

La sostenibilità è un valore aggiunto che deve essere comunicato al consumatore finale attraverso informazioni corrette che tengano conto delle scelte ambientali, etiche e sociali delle aziende. È auspicabile che dall’analisi delle misure e delle pratiche implementate dagli operatori della filiera lattiero casearia sarà possibile in futuro elaborare una definizione di latte sostenibile che garantisca un adeguato rispetto delle prerogative di tutela ambientale, benessere degli animali e rispetto dei diritti dei lavoratori.

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