Un contributo importante alla riduzione della proliferazione del Covid-19 sicuramente dipende dall’utilizzo di buone pratiche di sanificazione di superfici a opera di persone correttamente informate e preparate a gestire tali problemi, inserite in organici di ditte specializzate e opportunamente qualificate, utilizzando prodotti specifici e rispettando le indicazioni contenute nelle etichette.

In Italia tali ditte sono definite aziende di sanificazione e disinfezione regolate dalla Legge 82/1994 e dal successivo D.M. 274/1997, tuttavia anche le aziende di disinfestazione e derattizzazione, regolate dalle stesse e medesime normative cogenti, possono affacciarsi a questa attività e sviluppare quindi azioni all’occorrenza di disinfezione. Quasi sempre la scelta ricade su fornitori certificati secondo la norma UNI EN ISO 9001:2015, tuttavia ci si può avvalere anche di un fornitore professionale di servizi che sia certificato secondo la norma UNI EN 16636:2015. Tale norma infatti permette di gestire attività di disinfezione non continuative (SPOT) quindi non regolate da contratti continuativi (disinfezioni straordinarie).                                                      

Così facendo le aziende di disinfestazione e derattizzazione hanno la possibilità di scorgere in questa norma un sicuro riferimento per condurre quelle attività di disinfezione importanti per il momento che stiamo vivendo, in modo più chiaro e riconoscibile e quindi rappresentare elemento di sicura affidabilità, anche visto il respiro di tipo europeo che il suffisso EN induce in chi legge la norma. Da qui è importante avere una nota che possa dare un contributo alla necessità di interpretare meglio le attività di disinfezione e le corrette applicazioni di biosicurezza quotidiane. 

APPLICAZIONE DI CORRETTE PRASSI DI BIOSICUREZZA QUOTIDIANE

Il Responsabile Tecnico dell’azienda, dopo aver raccolto informazioni adeguate da fonti accreditate sulla materia, le trasmetterà a tutti i componenti dell’azienda a partire dalle indicazioni emanate dal Ministero della Sanità. Si ribadisce l’importanza di utilizzare i prodotti secondo le indicazioni in etichetta (requisito 6.3.4 della UNI EN 16636: 2015) e rispettando sempre le indicazioni del Ministero della Salute. 

Il Responsabile Tecnico dell’azienda deve essere consapevole che:

  1. a) le attività di Pest Management negli ambiti lavorativi garantiti dalle norme in vigore, non devono essere trascurate, al fine di non compromettere la salubrità degli alimenti e degli ambienti di lavoro;
  2. b) le azioni di disinfezione devono garantire sempre ottimali livelli di salute e sicurezza del lavoro ed essere applicabili in primis negli ambienti della propria azienda, per poter agire poi in modo adeguato presso i propri clienti.

Le tecniche di biosicurezza e il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) sono da promuovere e applicare in primis nella propria struttura, dandone evidenza e tracciabilità sui fogli di lavoro e nel proprio documento di valutazione dei rischi (DVR), valutando il rischio di coronavirus (SARS-CoV-2). 

Le disinfezioni dovrebbero essere eseguite almeno ai seguenti spazi (elenco non esaustivo):

- uffici

- magazzini / deposito biocidi e PMC

- rimessa automezzi (garage)

- automezzi e attrezzature

- DPI

- area dedicata alla raccolta dei rifiuti

- area cortilizia 

 

Negli uffici e nei luoghi comuni, si raccomanda tra gli operatori di mantenere le distanze di sicurezza consigliate e l’uso di corretti e adeguati DPI; provvedendo a un’ottimale gestione e preparazione dei mezzi e dei materiali necessari a espletare il lavoro giornaliero.

Si deve prevedere inoltre di confrontarsi con il Consulente della Qualità e/o di Pest Management per interpretare al meglio i passaggi chiave atti a rispondere appieno ai requisiti cogenti e operativi. 

 

GESTIRE IL RISCHIO

La capacità di rispondere a una emergenza della portata del Nuovo Coronavirus e del suo impatto sulla società e sulla necessità di garantire i servizi semplicemente non ordinari sarebbe da ricercare non tanto solo nelle norme volontarie già citate (UNI EN ISO 9001:2015 e UNI EN 16636:2015) ma attraverso l’integrazione di queste con la più recente UNI EN ISO 22301:2019 che rappresenta la norma su cui erigere la capacità delle aziende di far fronte a eventi che possano minacciare la loro operatività.

La norma prevede che i processi di un’organizzazione siano pensati in un’ottica di gestione dei rischi e che, in particolare, siano implementate adeguate azioni per affrontare interruzioni di servizi a fronte di eventi avversi (furti, catastrofi naturali, epidemie, attentati terroristici, scioperi, incidenti, ecc.) o interruzioni programmate. 

A tale proposito, la norma UNI EN ISO 22301:2019, relativa alla gestione della continuità operativa applicata nelle aziende di Pest Management potrebbe di sicuro coadiuvare la norma di settore UNI EN 16636:2015 nel pianificare, attuare, monitorare e migliorare in continuo il sistema di gestione del pest management finalizzato alla protezione e/o alla riduzione della possibilità di accadimento, alla preparazione e persino alla risposta e al ripristino dei servizi in caso di accadimenti destabilizzanti.

 

Daniele Fiore - Tecnologo Alimentare, Specializzato in Pest Management e Consulenza Direzionale - TEQ Consulting S.r.l.s. - OTA Molise 

Guglielmo Pampiglione, Entomologo Specializzato in Integrated  Pest Management. Consulenze in Igiene e Sanità ambientale

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