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Attualità
Salute & Nutrizione

Uno studio dell’Università Cattolica fa luce sul cambiamento che il Covid-19 sta causando nell’approccio psicologico alle scelte e ai consumi alimentari.

Da questa ricerca – condotta attraverso una survey su un campione rappresentativo della popolazione – emerge subito un dato particolarmente rilevante: il 40% della popolazione italiana percepisce la propria alimentazione come “poco importante” al fine di rafforzare il sistema immunitario per ridurre il rischio di contagio da Covid-19. Soprattutto nella fascia della popolazione tra i 18 e i 34 anni, il 51% del campione non ritiene che le proprie scelte alimentari possano aiutare a difendersi dal contagio. Seppur ad oggi non esistano evidenze scientifiche che testimoniano una relazione diretta tra l’alimentazione e la prevenzione da Covid-19, da sempre gli esperti sottolineano l’importanza di avere un sistema immunitario sano per affrontare al meglio eventi come questo.

Tra coloro che hanno una bassa preoccupazione di contagio da Covid-19 e mostrano difficoltà nel gestire la propria salute in condizione di forte stress, la percentuale di persone che non percepisce l’alimentazione come un fattore di protezione aumenta, rispettivamente, di 6 e 15 punti percentuali (46% e 55%). 

Per quanto riguarda le abitudini di consumo alimentare, fra coloro che non percepiscono l’alimentazione come un’arma di difesa contro il contagio da Covid-19, solamente il 18% dichiara che, nei prossimi sei mesi, il rafforzamento del sistema immunitario diverrà un principale driver di consumo alimentare. Per questo motivo, probabilmente, affermano che, anche nei prossimi sei mesi, l’85% delle persone non darà ai propri consumi alimentari la valenza di sostegno al proprio sistema immunitario e dunque di difesa da Covid-19. Nemmeno attraverso prodotti ricchi di vitamine e antiossidanti. Di conseguenza, la maggior parte di queste persone non sarà intenzionata ad aumentare l’acquisto di alimenti ricchi di vitamine e antiossidanti ma, al contrario, ne prevede una diminuzione (15%).

La situazione determinata dal Covid-19 sembra aver polarizzato nelle persone gli atteggiamenti psicologici nei confronti della salute e abbia influenzato le loro scelte alimentari aumentando potenzialmente il rischio di diete scorrette. Seppur evidenziato dalla letteratura scientifica, il legame tra alimentazione e sistema immunitario rischia di essere sottovalutato proprio a causa del disorientamento emotivo che i consumatori stanno vivendo in questa pandemia. Il pericolo è quello che le scelte dei consumatori italiani si allontanino da un’alimentazione sana ed equilibrata – rappresentata nel nostro Paese dal modello della dieta mediterranea - verso forme più estreme di alimentazione che oscillano tra una visione del cibo come “rifugio emotivo” ad una visione dello stesso come panacea per tutti i mali. 

Ecco il motivo per cui è sempre più importante comprendere l'orientamento psicologico delle persone, anche e soprattutto al fine di trovare le leve giuste, dal punto di vista della comunicazione in senso lato e delle policy da adottare a vari livelli, per orientare favorevolmente le dinamiche individuali e sociali, e di conseguenza le scelte alimentari dei consumatori. Anche attraverso campagne educative che mirino a diffondere informazioni efficaci e corrette, a rafforzare la motivazione positiva degli individui verso un sano consumo di cibo e ostacolare così l’insorgere di comportamenti a rischio. 

di G. Graffigna, Professore Ordinario di Psicologia dei Consumi e della Salute, Università Cattolica del Sacro Cuore