Stampa
Attualità
Salute & Nutrizione

Uno studio dell’Osservatorio 100 Giorni Sani ha portato in evidenza le differenze culturali nelle abitudini e nel modo di pensare delle persone dei due Paesi anche se in entrambi esiste una consolidata familiarità con il biologico. Italiani più propensi a mangiare sano fuori casa con regolarità e più soddisfatti di quanto viene loro proposto. Ma servono più informazioni sulla provenienza delle materie prime.

L’indagine, focalizzata sullo stile di vita sano e sull’alimentazione fuori casa in Italia e Danimarca, fa parte dell’Osservatorio 100 Giorni Sani presentata a SANA Food ed è stata realizzata da Toluna, attiva nel digital market research, in collaborazione con Channel Marketing Company e con il contributo progettuale di Claudia Maccarini (LightUp Italia), coinvolgendo 4.000 persone (3.000 in Italia e 1.000 in Danimarca), con due rilevazioni che hanno esplorato le percezioni, le abitudini e i trend legati allo stile di vita e all’alimentazione fuori casa, in riferimento ai 100 giorni precedenti l’osservazione.

Il 51% degli italiani mangia sano fuori casa con regolarità, un dato che scende al 40% tra i danesi. Inoltre, se in Danimarca il cibo sano maggiormente consumato fuori casa è quello biologico, in Italia si prediligono proposte alimentari più in linea con la dieta mediterranea. 

Infine, quando si tratta di definire il perimetro di un’alimentazione sana, gli italiani risultano più inclusivi, specie nel periodo primavera-estate: la stagionalità sembra, quindi, avere un maggior impatto sul pensiero e sui consumi alimentari degli italiani rispetto a quanto registrato tra i danesi.

In entrambi i Paesi, la parola biologico è ormai entrata nel vocabolario comune dei consumatori, che mostrano un buon livello di familiarità con essa; circa il 40% di loro la considera sinonimo di alimentazione sana. In generale, l’indagine rileva che il cibo biologico trasmette un’idea di qualità e di impatto positivo su più fronti: fa bene all’organismo e al pianeta, e valorizza l’agricoltura locale.

Altri termini specifici associati all’alimentazione sana, quali vegano, plant based e arricchito con (per esempio, con proteine e omega3), registrano una penetrazione più debole e devono ancora radicarsi nella mente dei consumatori. Questa penalizzazione discende anche dal fatto che, su questi temi, è più difficile trovare informazioni chiare nell’offerta fuori casa.

Il 77% degli italiani si dichiara soddisfatto dell’offerta di cibo sano out of home, contro il 59% dei danesi. Tuttavia, il 46% degli italiani non è soddisfatto della quantità di alternative disponibili e il 57% non ritiene esaustive le informazioni offerte nei punti ristoro (ristoranti, trattorie, bar, etc.) circa il livello di salubrità delle proposte, soprattutto per quanto riguarda la provenienza delle materie prime e il processo di lavorazione degli ingredienti. I danesi sono ancora più critici, con il 71% di intervistati che si dice insoddisfatto.
 

«Il consumatore di oggi è più attento e informato, ma si aspetta maggiore trasparenza da parte dei ristoratori. L’accesso a informazioni chiare sulla qualità e sull’origine degli ingredienti è ormai un requisito fondamentale per chi sceglie un’alimentazione sana fuori casa», ha spiegato Claudia Maccarini, Senior Marketing & Business Manager di LightUp Italia.