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I dati Istat segnalano che fra gennaio e maggio di quest’anno i listini di vendita dei prodotti dell’industria alimentare sono scesi di 7,4 punti percentuali. Soddisfatta Federalimentare che in una nota sottolinea come questi numeri significhino che “la spirale inflazionistica su energia e materie prime sta diminuendo progressivamente con evidenti benefici sulla produzione industriale”.

L’istituto statistico certifica un rallentamento per i prezzi alla produzione dell’industria alimentare complessiva, dal +14,8% di gennaio, al +7,4% di maggio, con un taglio di 7,4 punti percentuali sui listini di vendita. Al consumo i prezzi dell’alimentare lavorato sono scesi, dal +14,9% di gennaio al +11,9% di giugno, con un taglio di 3 punti. Secondo Federalimentare questo “evidenzia come ci sia una differenza da parte della lunga filiera distributiva di adeguare i listini, dovuta in larga parte a quello che potremmo definire ‘effetto scorte’. Infatti se l’industria alimentare ha fatto la sua parte riducendo i listini, non bisogna dimenticare che a valle esiste una lunga filiera fatta di intermediari, magazzini, logistica che, proprio per il cosiddetto ‘effetto scorte’ sta rallentando il passaggio nell’offerta ai consumatori di prodotti a prezzi più bassi”.

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