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Anche se è passato del tempo vale la pena ricordare che nel quasi totale silenzio italiano – poco opportuno quanto inadeguato –  si è svolta, a Roma presso la sede FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nation), la 46esima sessione del Codex Alimentarius Commission (CAC46), durante la quale è stato celebrato il 70esimo Anniversario di fondazione del Codex Alimentarius, avvenuta appunto nel 1963.

È di pochi mesi fa la notizia relativa al possibile ruolo di carne rossa e prodotti lattiero-caseari nel contrastare i tumori. L’acido trans-vaccenico migliora la capacità delle cellule T della risposta immunitaria.

Nel lontano 1765, Monsieur Boulanger, venditore di zuppe a Parigi, iniziò a offrire un piatto di pecora in brodo scrivendo sulla sua insegna “Boulanger vend des restaurants”. Nacque così uno dei primi esempi di un locale che offriva un pasto completo oltre al semplice pane e vino tipici delle taverne dell’epoca.

Non esiste un ospedale senza un’equipe di medici, così come non può esistere buon cibo senza “l’intervento” di un Tecnologo Alimentare. Non è un confronto forzato e lo possiamo dimostrare.

È proprio vero, se rivendichi qualcosa o è stato maltolto o è stato smarrito. Questo sembra proprio il caso della sostenibilità circolare lattiero-casearia.

La riproducibilità della reologia del coagulo, punto chiave per avere formaggi con le proprietà attese, dipende dall’interazione tra qualità del latte in caldaia, pH, temperatura e caglio. L’influenza del caglio su resa e proprietà del formaggio (proteolisi e struttura) dipende anche dalla sua attività aspecifica sulle caseine αS e β.

Se chiedessimo a un bambino di disegnare ciò che minaccia l’ambiente, con ogni probabilità dipingerebbe il colore di prati, fiumi, mari offuscato dal grigio fumo di ciminiere e gas di scarico. Perché nell’immaginario collettivo, è questa l’idea maggiormente radicata. Tuttavia, è l’esigenza di produrre sempre maggiori quantità di cibo, per una popolazione in continuo aumento, che rappresenta una delle maggiori criticità per il pianeta.

È cruciale riflettere sul percorso del settore alimentare, concentrando l’attenzione su due pilastri fondamentali del nostro futuro: la sicurezza e la sostenibilità. Questioni cruciali che nell’attuale contesto geopolitico assumono una connotazione ancora più importante e alquanto complessa.

Mentre Alfred Nobel (chimico e padre della dinamite) ha saputo e potuto brevettare le sue invenzioni, Alan Turing (matematico e uno dei padri dell’informatica) e Robert Oppenheimer (fisico e uno dei padri della bomba atomica) non ebbero le stesse opportunità, inclusi i benefici economici derivanti.

Il settore agroalimentare, trainante per l’economia del nostro Paese, è in continua e rapida evoluzione e richiede l’esercizio di competenze sempre più elevate e aggiornate per rispondere ai bisogni dei consumatori. È in questo contesto che, come Consiglio dell’ordine, abbiamo individuato alcune linee tematiche da approfondire e sviluppare con l’anno nuovo, per promuovere una cultura alimentare a tutela dei produttori e dei consumatori e a servizio delle Istituzioni.

Una diatriba sempreverde dell’universo lattiero-caseario italiano contrappone i sostenitori del “saper fare” a quelli del “vincolo territoriale”. I primi reputano prioritaria l’arte casearia acquisita nel tempo e secondaria la materia prima. I secondi vincolano le produzioni alla materia prima e quest’ultima al territorio predefinito.

Il latte è un alimento deperibile che richiede trattamenti fisici e confezionamento ermetico per essere conservato. Quale sia la sua durata, una volta aperta la confezione, la vita del latte fresco pastorizzato, microfiltrato, ESL, UHT o sterilizzato diventa breve e spesso trova la via del lavandino. È ovviabile questo spreco?

Quando si parla della domanda del mercato, spesso scatta inesorabile la trappola dei nuovi prodotti multifunzionali. I funzionari della ricerca e sviluppo, adombrando la potenzialità del brevetto internazionale, si assicurano la scrivania almeno per la durata del progetto.