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L’utilizzo di diverse fonti energetiche e di soluzioni per abbassare i consumi e, quindi, i costi energetici, contribuisce alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Per progettare e attuare politiche di carbon management efficienti è fondamentale la corretta misurazione dell’impatto climatico aziendale.

In Italia ci sono 14.000 cestini “RiVending” per il recupero e il riciclo di bicchierini e bottiglie in PET dei distributori automatici, e 2.500 le aziende che hanno aderito al progetto di economia circolare. Le regioni più virtuose sono Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.

Si stima un consumo di circa 287 litri al chilogrammo. La filiera pataticola, grazie anche all’uso dell’irrigazione a goccia, svolge un ruolo molto importante per il miglioramento delle pratiche e un conseguente risparmio, ad esempio con il riciclo nei centri di confezionamento dell’acqua utilizzata nel lavaggio del prodotto.

I dati del Focus Censis Confcooperative sulle conseguenze dei cambiamenti climatici certificano l’entità del costo per la nostra economia. A rischio una piccola e media impresa su quattro; nelle zone vulnerabili il rischio di fallimento aumenta del 5%.

Il 48% le consuma più volte alla settimana, ma solo il 9% dichiara di sapere perché sono uno dei prodotti più sostenibili. I risultati di un’indagine condotta da Potatoes Forever, campagna cofinanziata dall’Unione Europea e promossa in Italia da UNAPA - Unione Nazionale tra le Associazioni dei Produttori di Patate, in alcuni grandi supermercati e punti vendita della penisola.

I risultati dello studio del Centro Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Sustainability.

Un'indagine sulle imprese agricole ed alimentari condotta da Nomisma fa luce sulla transizione ecologica in atto nel settore, tra investimenti per le energie rinnovabili, digitalizzazione a supporto della produzione, semplificazione della burocrazia.

Il costo annuale del cambiamento climatico ammonta in Europa a 36 miliardi di euro (dati Eurostat). Nella sola Italia, che è considerata un hotspot climatico (ovvero un Paese che si sta riscaldando più rapidamente di altri, registrando variazioni importanti in temperature e precipitazioni), si pagano ogni anno circa 5 miliardi di euro di danni.

L’industria del caffè oggi vale globalmente circa 100 miliardi: un mercato solido cresciuto del 5% a valore e del 2% a consumi. L’Europa fa tutt’ora la parte del leone, con una quota di circa il 40% del totale, ma è anche il mercato che sta crescendo meno a fronte di Asia e Medio Oriente. Le prospettive per il futuro sono molto positive: per i prossimi 5 anni, infatti, la crescita è stimata a circa +7-8%.

Si tratta di un’azione che testimonia il forte legame con il territorio e traduce in concreto lo spirito del Green Deal europeo e gli obiettivi condivisi sulla biodiversità che vincolano i paesi membri, entro il 2030, a piantare almeno 3 miliardi di alberi in più.

Raggiunto un accordo storico che segna l’inizio della fine dell’era dei combustibili fossili. Ora spetta ai governi e alle imprese tradurre gli impegni in azioni concrete, con rapporti biennali in una logica di trasparenza