Anche le bioplastiche se disperse nell'ambiente hanno tempi lunghi di degradazione: a dirlo uno studio pubblicato sulla rivista Polymers che ha mostrato come i materiali bioplastici, sottoposti a un processo di degradazione, impiegano tempi lunghi per disperdersi nell'ambiente. Se disperse nell’ambiente anziché conferite correttamente nel compost, anche le bioplastiche hanno tempi di degradazione molto lunghi, comparabili a quelli di materiali plastici non bio. Lo dimostrano i risultati di un innovativo esperimento condotto congiuntamente da Consiglio nazionale delle ricerche – coinvolto con l’Istituto dei processi chimico-fisici (Cnr-Ipcf) e l’Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar), Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e Distretto ligure per le tecnologie marine (Dltm), con il supporto di Polizia di Stato - Centro Nautico e Sommozzatori La Spezia (CNeS).

In molti comuni del Nord Italia non piove da più di 100 giorni, l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po ha lanciato l’allerta sui livelli del fiume quasi completamente in secca, nelle centrali idroelettriche si cominciano a riscontrare significativi cali di produzione e infine è alcuni comuni hanno avviato programmi di razionamento per l’irrigazione volti a salvaguardare i livelli degli acquedotti e quindi dell’acqua potabile. Piemonte e Lombardia sono pronte a chiedere lo stato di emergenza, per Coldiretti Lombardia a rischio c’è la produzione di cibo made in Italy, e infine il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani propone di istituire un Tavolo politico istituzionale.

Scoperto il meccanismo che consente agli enzimi presenti nel suolo in alcuni batteri di eliminare monossido di carbonio (CO) dall’atmosfera.

Secondo alcune elaborazioni dei dati dell’Anagrafe Nazionale Zootecnica, a fine giugno 2021, il patrimonio zootecnico presente in Pianura Padana era costituito: dal 68% del totale nazionale dei bovini, (3.900.000 su 5.700.000); dall’88% dei suini italiani (7.800.000 su 8.850.000); dal 70% del patrimonio nazionale avicolo (103 milioni su 147).

Il settore della meccanizzazione agricola in Italia sta vivendo un vero e proprio boom. Le immatricolazioni alla fine dello scorso anno sono estremamente cresciute. Per esempio, le trattrici sono aumentate del 36%. Alla base di questo exploit c’è anche la politica di incentivi fiscali che ha influito sui grossi investimenti in tecnologia: dai sensori satellitari alla guida autonoma, dai sensori di ultima generazione alla motorizzazione elettrica

Come stanno le nostre imprese in termini di competitività e come stanno gestendo la ripartenza? Se ne è parlato lo scorso ottobre nell’ambito del Made in Italy Summit 2021, una tre-giorni tutta in digitale organizzata da Sole 24 Ore, Financial Times e Sky TG24. Non poteva non trovare spazio anche una riflessione sull’agroalimentare e il settore vitivinicolo con una sessione dedicata ai nuovi scenari e alle prospettive internazionali. “Dobbiamo essere estremamente orgogliosi, perché nell’anno della tempesta perfetta del commercio mondiale, siamo riusciti a crescere di oltre il 10% sui mercati esteri e continuiamo a farlo, nonostante i problemi di logistica”. Sono le parole che Luigi Scordamaglia, Consigliere delegato di Filiera Italia (associazione fra realtà del mondo agricolo e industria alimentare), usa per introdurre la sua riflessione.

Il settore primario dell’agricoltura vive con urgenza anche maggiore di altri la necessità di evolvere e trasformarsi grazie all’adozione di tecnologie digitali e non. Le tradizionali pratiche agricole non sono infatti più sostenibili a fronte di macrotrend come l’aumento demografico, con una popolazione mondiale che arriverà a contare 10 miliardi di persone entro il 2050, e il cambiamento climatico che porta al contestuale deterioramento del suolo e delle risorse naturali.

Il comparto ittico italiano ha bisogno di azioni che valorizzano le imprese e il prodotto. Ne abbiamo parlato con Francesca Biondo, Direttore Federpesca, Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca. Ecco il quadro che emerge e le prospettive future a tutela delle imprese, del consumatore e dell’ambiente marino italiano.

Fondamentale l’impegno per la riduzione dell’impatto ambientale, in equilibrio continuo con l’esigenza di garantire una sostenibilità nutrizionale, economica ed etica dei sistemi produttivi. Per raggiungere questi obiettivi, Granarolo ha presentato un programma di transizione ecologica ed equa della filiera.

Con oltre 220 miliardi di euro da investire, Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un'opportunità unica per rilanciare il Paese. 

Il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva 18 decreti di attuazione di norme europee. Tra questi, anche la direttiva Sup (Single Use Plastic) che vieta alcuni prodotti in plastica monouso.