Il settore della meccanizzazione agricola in Italia sta vivendo un vero e proprio boom. Le immatricolazioni alla fine dello scorso anno sono estremamente cresciute. Per esempio, le trattrici sono aumentate del 36%. Alla base di questo exploit c’è anche la politica di incentivi fiscali che ha influito sui grossi investimenti in tecnologia: dai sensori satellitari alla guida autonoma, dai sensori di ultima generazione alla motorizzazione elettrica
Il settore dell’agritech italiano continua a macinare performance tra le migliori di tutti i comparti industriali. Il mercato delle macchine agricole ha chiuso infatti il 2021 con un saldo nettamente positivo. Numeri che non si vedevano da tempo. Secondo i dati elaborati dall’Ufficio Studi di FederUnacoma, sulla base delle immatricolazioni fornite dal Ministero dei Trasporti, sono evidenziate crescite consistenti per tutte le tipologie di mezzi. Ad esempio: le trattrici segnano un incremento del 36% rispetto al 2020 mentre le mietitrebbiatrici un aumento del 30%. La tipologia di macchina con la percentuale d’incremento più consistente quella dei sollevatori telescopici, che alla fine dello scorso anno hanno raggiunto un attivo del 56%. Complessivamente, quella del 2021 è una crescita record che non soltanto ha permesso di recuperare il deficit verificatosi nel 2020 a causa della crisi pandemica, ma che migliora sensibilmente la performance del settore rispetto alle ultime stagioni. Evidenziando così una ripresa della domanda di macchinari agricoli di nuova generazione. E questa crescita di investimenti sostenuta da una altrettanta forte spinta all’innovazione tecnologica.
Politiche fiscali
Dopo il fisiologico rallentamento registrato nell’anno dello scoppio della pandemia, il rimbalzo vissuto dal comparto nettamente superiore a quello che stanno vivendo gli altri settori industriali. Vi è una forte ripresa degli investimenti in agritech che non sembra esaurirsi a breve visto che i costruttori hanno in casa ordinativi anche per tutto il 2022. Se da un lato vi è un aumento del fabbisogno mondiale di alimentazione, dall’altro un ruolo di primo piano l’hanno giocato le politiche di incentivazione fiscale. In particolare quelli inerenti Agricoltura 4.0, che stanno incoraggiando l’acquisto di macchinari di potenza medio-alta ed elevato contenuto tecnologico, sempre più digitalizzati e interconnessi. Politiche di incentivazione sia a livello nazionale o alla Nuova Legge Sabatini, legati al sostegno all’innovazione tecnologica, e a livello regionale, legati ai Piano di sviluppo rurale. A questi si aggiunge la possibilità di accedere ai contributi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che gestisce i fondi comunitari del Next Generation e che dovrebbe presto entrare nella sua fase operativa.
Nuove frontiere tech
Gli incentivi fiscali hanno generato una notevole spinta agli investimenti, in quelle tecnologie avanzate che nella meccanica agricola trovano applicazioni sempre più ampie: dai sistemi satellitari ai protocolli Isobus fino alla sensoristica e ai sistemi di rete. A questo va aggiunto come il rinnovo del parco macchine sia una priorità per tutti i settori del manifatturiero del nostro Paese. Nuovi propulsori a basso impatto, sistemi di guida autonoma e satellitare, adozione di sensoristica sia a ultrasuoni sia ottica per gestire le operazioni: il settore dell’agritech punta molto sulle tecnologie abilitanti e sulla transizione green. I trattori di dimensioni più compatte, che non devono coprire grandi distanze, scommettono sui motori ibridi o elettrici. Con questa tipologia di azionamento, infatti, si riesce ad avere una autonomia di lavorazione di due o tre ore massimo, rispetto alla media della giornata agrario che è di otto ore. Si studia l’utilizzo anche sulle macchine polivalenti con sollevatori telescopici adatti a molteplici utilizzi in azienda e nelle lavorazioni. Sui trattori di maggiori dimensioni i motori elettrici richiedono batterie talmente pesanti da renderebbero difficoltoso muoversi nei terreni e per queste il motore diesel potrà essere sostituito da quello a idrogeno. Ma, in questo caso, occorre più tempo per implementare questa tipologia di movimentazione. L’ambito nel quale le tecnologie stanno facendo passi da gigante è quello della guida autonoma e intelligente. Sono sistemi che iniziano ad essere già presenti sulle macchine agricole, che automaticamente si disinnescano appena arrivano in strada. L’innovazione sta puntando molto sulle tecnologie Isobus, che consentono di controllare i movimenti delle attrezzature trainate dalle trattrici e rendere funzionale il lavoro nei campi. Spesso, infatti, è l’attrezzoche fornisce indicazioni al trattore su come muoversi. Ad esempio, la seminatrice indica direzione, velocità e giri del motore, mentre i sensori ottici interagendo con i sistemi satellitari evitano di seminare due volte nella stessa porzione di terreno. La sensoristica sofisticata è un altro binario sul quale punta molto la tecnologia nell’agritech. Un esempio è nell’utilizzo sui mezzi antiparassitari ed erbicidi. La ricerca si sta concentrando su sensori che ‘leggono’ il terreno: individuano la malerba e spargono l’erbicida solo dove serve e non sull’intera porzione di campo. Per i terreni da frutta, trova utilizzo l’ultima generazione di sensori, quelli a ultrasuoni: individuano l’intensità fogliare delle piante e dosano gli antiparassitari dove ci sono più foglie evitando così che i prodotti chimici finiscano sui frutti.