Negli ultimi anni, il settore alimentare ha assistito a un crescente interesse per le tecnologie innovative volte a migliorare la sicurezza e la qualità degli alimenti, riducendo al contempo l’impatto ambientale e i costi energetici. Tra queste, l’uso del plasma freddo, noto anche come plasma non termico (NTP), per la decontaminazione microbica rappresenta una delle soluzioni più promettenti.
Si tratta di un gas ionizzato contenente particelle reattive in grado di inattivare una vasta gamma di microrganismi. Rispetto a tecniche tradizionali come la pastorizzazione termica, NTP ha il vantaggio di essere efficace a basse temperature, preservando così la qualità degli alimenti sensibili al calore. Inoltre, è una tecnologia economica e sostenibile, che riduce l’uso di acqua e prodotti chimici.
Le potenziali applicazioni del plasma freddo nella filiera alimentare sono molteplici. È particolarmente indicato per la decontaminazione di alimenti freschi o pronti al consumo, così come per prodotti secchi e sensibili al calore, come spezie, cereali e frutta secca. Può inoltre essere utilizzato per trattare superfici, imballaggi e persino alimenti confezionati, prevenendo la ricontaminazione.
Tuttavia, nonostante i numerosi possibili vantaggi, sono ancora diversi i motivi per cui l’implementazione di questa tecnologia nelle aziende alimentari tardi ad affermarsi. Tra questi, la necessità di esplorare la possibile interferenza del NTP con componenti alimentari, come oli o proteine, che potrebbero ridurre l’efficacia del trattamento e portare a eventuali effetti indesiderati sulle proprietà organolettiche del prodotto. Altri motivi di dubbio circa la sua reale applicabilità su larga scala sono la dipendenza dell’efficacia del trattamento da vari fattori, tra cui la composizione del gas utilizzato, la potenza applicata, il tempo di trattamento e la sensibilità del microrganismo.
Su questo tema, un recente articolo ha dimostrato una limitata variabilità di resistenza tra i diversi microrganismi analizzati, in particolare all’interno delle stesse specie; un risultato incoraggiante per le applicazioni industriali.
Il plasma freddo si configura quindi come una tecnologia promettente per migliorare la sicurezza e qualità alimentare, grazie alla capacità di inattivare microrganismi patogeni e alterativi senza intaccare la qualità degli alimenti. Pur non essendo ancora ampiamente utilizzato su scala industriale, l’adozione di questa tecnologia potrebbe rappresentare un importante passo avanti verso la produzione di alimenti più sicuri e di alta qualità, con un minore impatto ambientale.
Benedetta Bottari Professore Associato Microbiologia degli Alimenti Università degli Studi di Parma