Si tratta di uno dei settori di eccellenza della manifattura italiana, che ha saputo crescere anche in momenti di congiuntura certamente non favorevoli. E oggi per la meccanica italiana, fortemente votata all’esportazione, ci sono buone prospettive di una conferma e, anzi, di un’ulteriore crescita del proprio peso e ruolo globale. Sempre all’insegna di prodotti di altissima qualità.
Sono questi alcuni dei principali spunti di riflessione emersi dalla prima edizione dell’Osservatorio Machinery per il Food&Beverage, realizzato da Nomisma per Koeln Parma Exhibitions e presentato da Emanuele Di Faustino – Responsabile Industria, Retail e Servizi di Nomisma – in occasione di Cibus Tec 2023, la fiera di Parma dedicata alle tecnologie alimentari e delle bevande. L’evento ha visto la partecipazione anche di Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Franco Mosconi, Presidente Fiere di Parma, Thomas Rosolia, Presidente KPE, e Vincenzo Colla, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali della Regione Emilia-Romagna..
I numeri del mercato
Con oltre 2.100 imprese attive nel comparto, che hanno generato nel 2022 un giro d’affari di 15,7 miliardi di euro ed occupato più di 61.000 addetti, la meccanica per l’industria F&B (che comprende packaging, bottling e food processing) è un’eccellenza riconosciuta del Made in Italy.
L’andamento del comparto è in costante aumento: rispetto al 2019 il fatturato è cresciuto del +7,6% mentre la forza lavoro ha registrato un incremento del +11,7%. Una solidità che si riflette anche sull’export, come ha rilevato l’Osservatorio Nomisma: “si tratta di un settore con forte vocazione ai mercati internazionali, grazie ad un export di 8 miliardi di euro nel 2022. Performance molto positiva anche nei primi 6 mesi del 2023 (+16,4% rispetto al primo semestre 2022)” – ha spiegato Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi Nomisma.
La metà dell’export italiano riguarda macchinari e apparecchi dedicati al packaging; seguono le tecnologie dedicate al food processing (31% del totale) e le macchine per l’imbottigliamento (19%). “Sebbene performance positive abbiano interessato tutte le categorie, a trainare l’export di settore nell’ultimo decennio sono in primo luogo i macchinari dedicati al confezionamento e quelli per la produzione di alimenti e bevande. Se ci focalizziamo, invece, sulle tendenze del primo semestre 2023 si rilevano le migliori performance tra i macchinari per il packaging e il bottling; dinamiche positive hanno comunque interessato anche le tecnologie per il food processing” – ha proseguito Di Faustino.
Le esportazioni italiane
L’export italiano si dirige soprattutto verso i Paesi dell’Unione Europea, che intercettano il 39% dell’export di settore; segue il Nord America, con un ruolo di primissimo piano degli USA. Altre importanti aree presidiate dalle imprese italiane sono l’America Latina (con Messico e Brasile in testa), l’Europa non UE (su tutti Regno Unito, Russia e Svizzera) e il Far East (con un peso preponderante della Cina).
L’Italia rappresenta il secondo esportatore mondiale, dopo la Germania, di macchinari e tecnologie destinate all’industria alimentare e delle bevande, con una quota di mercato sul totale dell’export globale del 18%, incidenza che sale al 28% se si considera il peso sull’export europeo. Sul fronte delle tendenze, a farla da padrona è la Cina, terzo exporter globale e una quota di mercato raddoppiata nel giro di un decennio a scapito in primis dei produttori tedeschi ed italiani.
Le prospettive di una crescita delle esportazioni ci sono. “Nonostante la complessità e l’incertezza che caratterizza lo scenario macro-economico internazionale, le opportunità di un’ulteriore espansione dell’export italiano di macchinari per il food&beverage nei prossimi anni sono plausibili sia tra i mercati più maturi che tra quelli emergenti. Nel caso dei mercati dove la presenza del machinery italiano è già consolidata, le maggiori opportunità di crescita si intravedono per gli USA, grazie alle enormi potenzialità della fiorente industria alimentare nazionale; ottime opportunità si intravedono anche per Canada, Regno Unito e Australia. Tra gli emergenti, degni di nota sono alcuni mercati del Middle East, dell’Africa e dell’Europa dell’Est, grazie ad economie e industria alimentare in espansione” – osserva Di Faustino.
L’andamento del prossimo futuro è ovviamente legato ad una serie di variabili macro economiche e di politica globale, su cui al momento è difficile fare previsioni. Le sfide principali che attendono il settore nei prossimi anni sono infatti legate in primo luogo al rallentamento dell’economia globale, che vede coinvolti anche diversi mercati di sbocco per l’export di macchinari italiani. A ciò deve aggiungersi l’incerto scenario geopolitico, che rischia di determinare un nuovo incremento dei prezzi delle commodities energetiche, con un impatto anche per il settore della meccanica.
“Al contempo, continua a crescere la concorrenza internazionale, in primis della Cina. Fortunatamente, a differenza dell’Italia, questo paese si concentra su tecnologie e macchinari di minor valore aggiunto e ha come mercati di sbocco soprattutto le economie emergenti, sebbene sia comunque presente anche in mercati di riferimento per il nostro export, come ad esempio gli Stati Uniti” – ha concluso Di Faustino.