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Triplicati i birrifici artigianali in Italia negli ultimi dieci anni, che superano la quota record di 1085 realtà nel 2022.

Tra birre e drinks, cucina di strada e piatti gourmet, il mercato del fuori casa si ritrova alla fiera di Rimini, da lunedì 20 febbraio a mercoledì, per Beer&Food Attraction – The Eating Out Experience Show. 

Il taglio delle accise aiuta la ripresa del comparto italiano della birra, mettendo in sicurezza lo sviluppo della filiera e l’aumento di produzione di materia prima in Italia.

La Legge di Bilancio ha confermato il posticipo di 12 mesi dell’entrata in vigore della Sugar tax. “Accogliamo con sollievo la notizia del posticipo deciso in legge di Bilancio,” dichiara Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBE, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche, “e confidiamo che il prossimo passo sia la cancellazione definitiva della tassa, anche alla luce dei dubbi di legittimità costituzionale sollevati dal TAR del Lazio con l’ordinanza dello scorso 14 novembre”.

Il comparto della birra si scontra con un impianto normativo ormai obsoleto, con un’anzianità – in alcuni casi – di ben sessant’anni. Fotografato oggi al Simei di Unione italiana vini in un convegno sulle birre artigianali a cura di Unionbirrai e della stessa Uiv, la birra Made in Italy si appresta ora a chiedere un cambio di passo legislativo per garantire lo sviluppo e la competitività del settore.

“Entro la fine del 2023 sarà approvata una legge quadro europea per definire la sostenibilità sotto il punto di vista normativo. Dovrà chiarire cosa è la sostenibilità, come si misura, quali sono i criteri e i requisiti minimi di commercializzazione”. Lo ha detto oggi al Simei di Unione italiana vini il capo dell’unità vino della Dg Agri della Commissione Europea, Mauro Poinelli.

Un settore in salute, con una elevata propensione all’export e in grado di affrontare la difficile congiuntura economica. È la fotografia del comparto macchine per l’enologia e l’imbottigliamento, espressione di un made in Italy che vale circa 3,1 miliardi di euro l’anno, per quasi il 70% esportato, e che da oggi a venerdì 18 novembre è protagonista a Fiera Milano per Simei, il salone internazionale di Unione italiana vini (Uiv).

“Tracciabilità e certificazione dei vini a Denominazione di Origine: un valore aggiunto per il mercato e il territorio”, è il titolo dell’importante convegno che si è svolto lo scorso venerdì 14 ottobre nell’ambito dell’appena conclusa Milano Wine Week 2022. Organizzato da ASSO ODC, l’Associazione degli Organismi di Certificazione del Vino, costituita dai più importanti enti italiani del settore (Agroqualità Spa, Ceviq S.r.l., Parco3A - PTA, Siquria Spa, Tca S.r.l., Triveneta Certificazioni S.r.l., Valoritalia S.r.l., che nel complesso certificano il 95% della produzione italiana Dop e Igp), il convegno ha avuto luogo in Casa MIPAAF, lo spazio dedicato al Ministero delle Politiche Agricole nella corte di palazzo Serbelloni ed ha visto un’ampia partecipazione di pubblico, di operatori della filiera e rappresentanti delle Istituzioni.

L’area bevande, compresa l’acqua minerale, vede una ripresa in termini di volumi pari all’1%. Decisamente migliore il trend riferito al fatturato, che cresce dell’11% grazie alla ripresa, seppur parziale, dei consumi di bevande di fascia di prezzo più alta, ma soprattutto grazie alla risalita delle esportazioni, che nel 2020 erano calate. Gli incrementi si sono “spalmati” nell’arco dell’anno, con una concentrazione maggiore nel periodo estivo e sul finire del 2021.

Il 2021 della birra in Italia si presenta come un anno di luci e ombre. Il comparto birrario italiano, infatti, sta tornando a crescere con risultati positivi sul fronte della produzione, dei consumi e dell’export che si riavvicinano, e in alcuni casi superano, i livelli del 2019.  Questa ripresa deve però fare i conti con il peso dei rincari di materie prime e dei costi energetici che hanno iniziato il loro percorso di aumento proprio nell’estate del 2021.

Acqua Sant’Anna, il più grosso produttore europeo di acque oligominerali – un miliardo e mezzo di bottiglie all’anno – ha fermato le linee di produzione dei prodotti gassati per mancanza di anidride carbonica.