Dal valore pre-pandemia di 85 miliardi di euro (2019) e dopo la caduta a 53 miliardi nel 2020, si è assistito a una progressiva ripresa: 68 miliardi nel 2021 fino ai 99 miliardi di euro di valore nel 2023, mentre per il 2024 c’è una previsione a 101 miliardi. I dati Tradelab sui consumi Food&Beverage.

I numeri sono stati presentati da Luca Pellegrini, Presidente TradeLab, in occasione degli Stati Generali del Mercato Food & Beverage in Italia, l'evento annuale organizzato da Italgrob, la Federazione Italiana Distributori Horeca, in collaborazione con Italian Exhibition Group

Dall’analisi continuativa di TradeLab sulle visite, emerge che nel periodo da marzo a giugno si è registrato un calo, con un temporaneo recupero in luglio e un nuovo ribasso tra agosto e settembre. Cresce la colazione, stabili pranzi e cene. Sul fronte dei canali, migliori performance per il take away e per pizzerie e ristorazione oltre i 35 euro di scontrino medio, mentre i bar risultano il canale più in difficoltà. Questo è dovuto anche a una saturazione del mercato dei bar: dal 2017 si sono ridotti infatti di 23.000 unità. Il settore della ristorazione, che ha avuto una importante espansione avendo raddoppiato i punti vendita da 70.000 nel 2010 a quasi 150.000 nel 2024, ora si sta stabilizzando. Anche le catene, pur in crescita negli ultimi anni, mostrano segnali di saturazione nelle piazze principali e guardano sempre più verso aree emergenti. Previsioni positive per il 2025 su visite +0,9% con un valore del +2,8%.
 
Durante l’evento è stata presentata anche la relazione di Antonio Faralla, CEO di Formind, sulle diverse occasioni di consumo del fuoricasa: “Riscontriamo una tenuta della colazione con un orientamento verso i prodotti salutistici, una rimodulazione del pranzo con una crescita dei formati di servizio, una criticità nell’aperitivo diurno a causa del suo posizionamento che si riflette sui consumi degli aperitivi monodose. Complessa è la situazione nell’aperitivo serale dove i tradizionali aperitivi alcolici si confrontano con un calo della domanda, dovuto sia al posizionamento dell’offerta food e beverage che alla qualità e all’innovazione del servizio. Nel serale la frequentazione tiene, ma lo stile e la spesa si rimodulano, ad esempio, per la birra alla spina crescono le bevute nei bicchieri da 0,20, calano invece quelle nei bicchieri da 0,40; ciò è indice di come il consumatore residente contiene la spesa ma riflette anche un atteggiamento deciso delle nuove generazioni che tendono a bere meno alcolico, trend confermato anche nel segmento spirits, dove tranne che per poche categorie, assistiamo a decisi segni di decremento. Il canale al netto dell’apporto dei consumatori non residenti riflette un segno negativo dell’ordine del -4%”.
 
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