Nel gradimento d’Oltralpe dei formaggi a pasta filata italiani la mozzarella di bufala è al primo posto, consumata da quasi 7 francesi su 10. È scelta perché è un piatto fresco e viene apprezzata soprattutto in modalità di consumo alla caprese. Seguono burrata e stracciatella con tassi di consumo di circa il 50% dei francesi.
Sono solo alcune delle principali evidenze emerse dall’Osservatorio economico sulla mozzarella di bufala campana DOP, uno strumento ideato dal Consorzio di Tutela in partnership con Nomisma e UniCredit.
L’edizione 2024 si è concentrata sul confronto tra il mercato dei formaggi in Italia e in Francia e sul posizionamento della mozzarella DOP in questo scenario.
Le esportazioni verso la Francia
La scelta è stata dettata anche dal fatto che l’Italia è il principale esportatore di formaggi e latticini in Francia, con una quota sull’import a valore del 34% (i Paesi Bassi seguono con un peso del 19%). E il trend è assolutamente in crescita: dal 2018 al 2023 il valore è cresciuto dell’80%, sfiorando 1 miliardo di euro. La mozzarella di bufala campana vede proprio nella Francia il principale paese di destinazione per l’export con una quota pari al 29%.
In Italia vince la DOP
I dati di Nomisma sull’Italia confermano che la mozzarella di bufala campana DOP è il formaggio a pasta filata che piace di più ai più giovani: il 40% dei genitori di under 18 afferma che la bufala è il formaggio a pasta filata preferito dei propri figli (contro il 37% di quella vaccina, 8% della stracciatella e 6% della burrata). In particolare, il prodotto DOP è percepito come di maggiore qualità (lo pensa il 73% dei consumatori), più sicuro e controllato (66%), più buono (62%), capace di tutelare il benessere animale (43%).
Un confronto tra Italia e Francia
I consumi in Italia per la Bufala campana sono prevalentemente casalinghi (per il 74% dei consumatori), mentre il 18% la consuma soprattutto fuori casa, una quota che sale al 26% tra gli under 30. Il 17% la considera il proprio “salva-pasto” abituale perché completo, veloce e gustoso. E infatti 1 su 3 la consuma da sola come piatto unico. Tra i giovani (under 30) cresce il consumo sulla pizza (27% vs 19% della media nazionale).
La prevalenza di consumo domestico è confermata anche in Francia (circa il 70% dei consumatori questo è il canale prevalente). Cresce in maniera importante il consumo fuori casa (24% ristorante, pizzeria…). La modalità preferita dai francesi (1 su 2) è la caprese o comunque in insalate.
Uno sguardo al futuro
Le prospettive sono positive. Il 31 per cento dei francesi intervistati prevede un aumento dei consumi di mozzarella di bufala nei prossimi anni, sia in casa che fuori casa. E analoghe speranze per il futuro ci sono anche per il nostro Paese. Nei prossimi 2-3 anni 1 consumatore italiano su 4 prevede di aumentare i consumi di Mozzarella DOP, soprattutto gli under 30. Le certificazioni “green” (bio, benessere animale…), insieme a un packaging sempre più sostenibile, sono gli elementi che potrebbero essere dei fattori incentivanti per aumentare i consumi nei prossimi anni, secondo il 21% del campione.
I numeri della Mozzarella DOP
Sono stati presentati anche gli ultimi dati sulla produzione e l’export. Nel 2023 le esportazioni hanno risentito di un leggero calo dettato dallo scenario internazionale, attestandosi al 38,3% delle vendite totali (erano il 40,1% nel 2022), con la Francia in testa alla classifica dei Paesi mozzarella-lovers (da sola assorbe il 29% del totale export).
Il problema del latte in esubero
La produzione nel 2023 è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al 2022 (55.588 tonnellate di mozzarella DOP, -0,4%). Nel primo trimestre 2024 si assiste a una diminuzione del 3,8%, dovuto alle difficoltà dei mercati e all’inflazione, “che seppur in calo – avverte Nomisma – sta pesando sulle tasche degli italiani e si riflette negli acquisti”. Si registra, invece, nello stesso primo trimestre 2024, un aumento del 3,3% di latte idoneo alla DOP, con il rischio di uno squilibrio della filiera. Nell’area di produzione, infatti, come risulta dalla Banca dati nazionale, sono presenti 196.369 bufale in lattazione. I caseifici non riescono a trasformare in mozzarella tutto il latte prodotto, per cui ad oggi si registra un esubero di latte idoneo alla DOP di oltre 110 milioni di chilogrammi, che rappresenta un nodo da affrontare per il futuro della filiera.