Novità importante per il Made in Italy e per evitare il ripetersi di casi come quello del Prosek o l’aceto balsamico sloveno o cipriota. Con l’accordo raggiunto in Europa in merito alla riforma delle regole su DOP e IGP sarà sempre indicato il nome del produttore sulle etichette. Le nuove regole non sono retroattive.
E’ stata approvata infatti la riforma del sistema europeo delle Indicazioni Geografiche (IG) nell’ambito del trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione dell’Unione europea. Tra i contenuti del nuovo testo unico europeo sulle produzioni di qualità anche il rafforzamento del ruolo dei consorzi di tutela da parte degli Stati membri dell’Unione, una procedura di registrazione semplificata e più efficiente in grado di ridurre i tempi tra la richiesta e l’effettiva registrazione ed una più ampia tutela delle indicazioni geografiche, anche online, grazie all’adozione di un sistema di geoblocking immediato per contrastare la promozione in rete di imitazioni. L’entrata in vigore del nuovo regolamento è prevista nel corso del prossimo anno dopo la ratifica formale del Parlamento e del Consiglio europei.
"I prodotti a indicazione geografica sono strumenti potenti per i produttori europei, e aumentano il valore aggiunto per gli agricoltori, i trasformatori e i distributori", ha sottolineato il commissario Ue all'agricoltura Janusz Wojciechowski ricordando che "l'Italia è leader per numero di registrazioni".
Tra le norme anche l'eliminazione delle lacune che negli anni scorsi hanno generato i casi dell'aceto balsamico sloveno o cipriota, o del Prosek croato. Casi come questi "non potranno ripetersi in futuro", ha spiegato il relatore per l'Europarlamento Paolo De Castro (Pd). "Noi abbiamo risolto la questione dal punto di vista legislativo, scongiurando un 'Italian sounding' fatto nei confini dell'Ue", ha aggiunto, ma "il regolamento non è retroattivo". Quindi per i casi ancora aperti, ha aggiunto, la decisione resta nelle mani della Commissione, "che ci auguriamo prenderà in considerazione l'accordo politico raggiunto oggi con i co-legislatori e il suo valore".
Tra le dichiarazioni di soddisfazione non poteva mancare quella del Presidente del Consorzio di tutela della DOC Prosecco, Stefano Zanette che dopo aver ricordato come alcuni Paesi “fino all’ultimo hanno cercato di boicottare l’iter normativo della riforma” ha spiegato come “il compromesso raggiunto dai rappresenti del Consiglio, della Commissione e del Parlamento Europeo, per quanto riguarda la revisione delle norme relative alle Indicazioni Geografiche dell’Unione Europea, rappresenti quanto di meglio si potesse ottenere in questo momento. Credo infatti che la riforma risponda ad alcune esigenze fondamentali del mondo delle IG: in primis la definizione del ruolo delle Associazioni di produttori e di quelle “riconosciute”, in particolare; ma ha anche il pregio di aver introdotto delle novità in tema di Nomi a dominio, ancorché limitatamente ai nomi di primo livello con codice paese stabiliti nell’unione; per non parlare della soluzione relativa alle Menzioni tradizionali e ai loro possibili conflitti con le Indicazioni Geografiche”.
Affermazioni ribadite con convinzione anche da Federvini. “Un risultato fondamentale per garantire la tutela delle nostre eccellenze agroalimentari da imitazioni come il Prošek o l’aceto sloveno o cipriota. Con il nuovo regolamento comunitario sulle produzioni di qualità si promuove il lavoro delle filiere italiane, assicurando sul piano internazionale la piena salvaguardia dei marchi e delle indicazioni geografiche che fanno del nostro Paese la realtà capofila in Europa con più di 800 prodotti riconosciuti” ha commentato la Presidente Micaela Pallini.
"Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso Made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro" ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.