Il motivo è l'impiego di caglio di origine animale durante il processo produttivo, ingrediente escluso dalla dieta di chi rispetta i dettami della religione induista. Assolatte chiede l'intervento della Commissione Europea.
Per anni, l'utilizzo di caglio di origine animale non è stato un ostacolo per Nuova Delhi; bastava infatti che la presenza di questo ingrediente fosse indicata in etichetta, in modo che il consumatore potesse scegliere con consapevolezza quali prodotti consumare.
Le scelte sempre più nazionalistiche del governo indiano hanno però portato a un cambio di rotta, iniziato già a febbraio 2020, consistente nella modifica unilaterale del certificato veterinario che autorizzava l'ingresso dei formaggi italiani sul territorio. Questa modifica ha portato all'esclusione a priori dell'entrata in India dei formaggi realizzati con caglio animale.
Questa decisione preoccupa il Presidente di Assolatte, Paolo Zanetti: "Con i consumi in Italia destinati a stagnare, l'export diventa un canale di crescita molto importante, e l'India è uno dei Paesi principali sui quali puntare; tutte le Dop sono fatte con caglio animale, se dobbiamo limitarci ad esportare ciò che viene prodotto con caglio microbico, i prodotti disponibili sono pochi".
Il nuovo certificato non è inoltre mai stato comunicato al nostro Ministero della Salute e nemmeno, pare, ai Ministeri degli altri Paesi europei. Assolatte ha ora richiesto, oltre all'intervento della Commissione, anche quello dell'ambasciata italiana a new Delhi e dei nostri ministeri competenti.
Fonte: Sole 24 Ore