Nutrinform, il sistema di etichetta “a batteria” dei prodotti alimentari proposto dall’Italia, risulta essere una delle due modalità più apprezzate dal consumatore in relazione ai comportamenti e alle abitudini di acquisto. Nutrinform, infatti, risulta essere particolarmente apprezzato dai canadesi, con un indice di gradimento di 102, e dai russi (71); anche la tabella nutrizionale dell’attuale etichetta viene molto apprezzata, con un punteggio massimo di 110 in Canada e di 81 in Russia. Il Nutriscore, conosciuto anche come etichetta “a semaforo”, è al contrario il sistema meno gradito, con indici negativi in molti Paesi (con picchi di -109 in Italia e -94 in Canada), a esclusione della Germania e della Spagna, che mostrano un indice di gradimento, seppur basso, di 35 e 6.

È quanto è emerso dall’indagine “Le etichette fronte pacco in 7 Paesi: Nutriscore VS Nutrinform”, a cura dell’Osservatorio Waste Watcher International, monitorata con Ipsos, Università di Bologna e campagna Spreco Zero, in sinergia con Agrinsieme, Federalimentare, Federdistribuzione e Unioncamere. 

L’indagine ha potuto contare su un campione statistico di settemila cittadini di sette Paesi del mondo: Stati Uniti, Russia, Canada, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia. Sono state prese in esame tre tipologie di etichette fronte pacco, ovvero quella attualmente in uso, basata sull’indicazione delle quantità dei valori nutrizionali, il sistema Nutrinform proposto dall’Italia, che indica l’apporto percentuale di grassi, zuccheri e sali rispetto all’assunzione quotidiana raccomandata, e l’etichetta Nutriscore in uso in Francia, ma in voga nei Paesi anglosassoni, che associa a ogni alimento un colore che ne indica il grado di salubrità. 

Il rapporto è stato presentato lo scorso dicembre da Andrea Segrè, direttore scientifico dell’Osservatorio e professore dell’Università di Bologna. 

I risultati della ricerca

I dati emersi

È emerso che Nutrinform riscuote un consenso sensibilmente più ampio e trasversale rispetto al Nutriscore per ciascuno degli elementi presi in esame, principalmente chiarezza, semplicità, utilità, consapevolezza d’acquisto e completezza d’informazione. In Italia, in particolare, il Nutrinform ottiene ben 23 punti in più del Nutriscore dal punto di vista dell’utilità, 15 in termini di informatività, 13 per completezza e chiarezza e 12 per consapevolezza. La cosiddetta etichetta “a batteria” riscuote un successo maggiore, con indici di gradimento superiori all’etichetta “a semaforo”, anche in Spagna (+7 per chiarezza, +6 per informatività e utilità, +3 per chiarezza, +2 per facilità e consapevolezza), Germania (+6 per completezza, +2 per facilità, +1 per utilità, al pari della per informatività), Regno Unito (+19 per consapevolezza, +13 per informatività e completezza, +8 per utilità e facilità e +6 per chiarezza), Stati Uniti (+7 per completezza, +6 per informatività, consapevolezza, utilità e chiarezza, +4 per chiarezza), Canada (+18 informatività, +17 completezza e utilità, +14 consapevolezza e chiarezza, + 13 facilità) e Russia (+14 per utilità, +13 per completezza, +12 per consapevolezza, informatività, chiarezza e facilità).

Attenzione alle informazioni

La maggior parte degli intervistati ha dichiarato di apprezzare le informazioni presenti nelle etichette fronte pacco. In media, il 36% ha spiegato che gradirebbe maggiori informazioni relative alla qualità dei singoli ingredienti, mentre il 49% vorrebbe più informazioni sulla loro provenienza (il 58% in Italia e Germania). Un’altra informazione a cui i consumatori sembrano prestare particolare attenzione è quella relativa alle informazioni nutrizionali (53%) e alle informazioni sugli ingredienti che possono causare allergie (51%). I consumatori hanno dichiarato di voler ricevere più informazioni sul cibo che acquistano, soprattutto se queste ultime sono legate agli “effetti” che i prodotti potrebbero avere sulla salute. Meno impattante sembra essere il legame cibo e salute, così come l’impatto che il cibo può avere sull’ambiente negli intervistati del Nord America e della Russia, in completo contrasto con i trend dei Paesi UE.

Dall’indagine risulta che i valori e le informazioni delle etichette nutrizionali possono influenzare significativamente le scelte del consumatore. In particolare, il 75% dichiara di utilizzare l’etichetta per prendere decisioni sull’acquisto; una percentuale che cresce in Italia, arrivando fino al 78%, e in Spagna (77%), mentre è più contenuta negli Stati Uniti e in Russia, dove comunque non scende sotto il 70%. Queste percentuali così elevate fanno sì che sia fondamentale che le informazioni veicolate attraverso le etichette siano chiare, leggibili, non fuorvianti e facilmente comprensibili.

Influenza negli acquisti dei consumatori

In questo senso, l’etichetta a semaforo può rivelarsi un problema per alcuni alimenti, tutt’altro da evitare in una sana e corretta alimentazione, come ad esempio il Parmigiano Reggiano o l’olio EVO, etichettati come giallo-arancione. A farsi influenzare dai colori usati nell’etichetta Nutriscore, sono circa il 40% degli intervistati, non certo una percentuale irrisoria. L’etichetta a semaforo andrebbe a influenzare soprattutto gli acquisti dei consumatori meno educati dal punto di vista alimentare. Franco Verrascina, Presidente della Copagri e copresidente del coordinamento di Agrinsieme, intervenuto nel dibattito durante la presentazione dell’indagine, ha dichiarato: “I rilevanti contenuti del rapporto ci aiutano a guardare con maggiore chiarezza e obiettività l’acceso dibattito in atto da mesi, a livello comunitario ma anche nazionale, sulle etichette alimentari, mettendo in evidenza due aspetti fondamentali della questione: il primo è che i consumatori sono molto attenti alle informazioni nutrizionali sui prodotti agroalimentari, tanto che vorrebbero avere a disposizione maggiori dettagli sulla qualità e sulla provenienza degli alimenti; il secondo, complementare a quello poc’anzi citato, è che proprio per tale ragione i cittadini orientano le loro scelte di acquisto in base alle informazioni delle etichette nutrizionali, tenendo in grande considerazione il valore salutistico. Da tutto ciò si evince quanto sia importante avere un sistema di etichette, come ad esempio quello a batteria proposto dal nostro Paese, che sia allo stesso tempo puntuale e preciso, ma anche chiaro e di immediata comprensione, che non si limiti ad associare un colore a ciascun alimento, ma che al contrario vada ad accogliere le richieste dei consumatori per una maggiore e più ampia informazione”.

 

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