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A sostenere l’adozione del Nutriscore in Europa sono oggi cinque Paesi (Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo), un numero lontanissimo dalla maggioranza qualificata richiesta da un eventuale voto del Consiglio europeo, che prevede un minimo di 15 Stati favorevoli, rappresentanti almeno il 65% della popolazione europea.

 Al contrario, il fronte degli oppositori, che già nel 2020 annoverava sette Paesi (oltre Italia anche Cipro, Grecia, Lettonia, Repubblica Ceca, Romania e Ungheria), si è oggi allargato a Spagna e Polonia al punto da superare ampiamente la minoranza di blocco - pari a quattro Paesi e il 35% della popolazione UE - necessaria per fermare un’eventuale proposta per l’introduzione del Nutriscore.

Una nota di Federalimentare, secondo cui il sistema di etichettatura a semaforo penalizza quasi tutte le eccellenze alimentari italiane, aiuta a fare il punto della situazione sul tema a livello europeo.
Dopo le elezioni del 2019 il Governo spagnolo aveva annunciato che entro il primo trimestre 2021 avrebbe implementato lo schema semaforico francese. In realtà, non solo il Nutriscore non è mai stato adottato, ma a meno di un mese dalle elezioni politiche tutti i principali partiti sono ufficialmente schierati contro.
La Svizzera (Paese extra-UE ma molto importante per le esportazioni italiane) raccomanda il Nutriscore dal 2019, ma lo scorso 6 giugno il Consiglio degli Stati ha accolto con 33 voti a favore e solo 8 contrari una mozione presentata dalla Commissione della Scienza, dell’educazione e della Cultura che invita a considerare gli effetti negativi dello schema a semaforo. La questione dovrà ora essere esaminata dal Consiglio Nazionale, ma il Presidente della Confederazione Elvetica, Alain Berset, ha già chiarito che se il Nutriscore verrà bocciato anche in quella sede, la sua adozione dovrà essere revocata.
In Romania l’utilizzo del Nutriscore è stato vietato dall’Autorità Nazionale per la Protezione dei Consumatori (ANPC) dal 1° maggio, in quanto fuorviante e non approvato dalle autorità. Una decisione che si allinea a quella dell’Antitrust italiano (AGCM), che nel 2022 aveva preso un provvedimento molto simile nei confronti di alcune aziende che utilizzavano lo schema in Italia. A febbraio si è poi registrata l’importante presa di posizione da parte della Polonia, per voce del Ministro dell’Agricoltura e Vice Primo Ministro, Henryk Kowalczyk. Il Ministro ha spiegato che la sua opinione sul sistema francese è negativa e ha riferito di averlo fatto presente nel corso del precedente Consiglio Agricoltura dell’Unione Europea.

Federalimentare, alla luce di queste evidenze, si augura che “la Commissione prenda atto della volontà degli Stati membri e si orienti verso modelli di informazione al consumatore più indicati per la tutela della salute dei cittadini europei, come il NutrInform Battery, uno schema informativo, non discriminatorio, conforme alle norme comunitarie, basato sui consumi giornalieri di riferimento stabiliti dall’EFSA a livello UE e realmente in grado di aiutare i consumatori a seguire una dieta sana, varia e bilanciata”.

 

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