A seguito dei casi di peste suina africana scoperti in carcasse di cinghiali tra Piemonte e Liguria sono scattate le prime sospensioni delle importazioni di salumi da parte di Cina, Giappone, Taiwan e Kuwait. A darne notizia è Confagricoltura. L’Autorità Europea per la sicurezza alimentare ha escluso l’Italia dalle “zone di preoccupazione”. E ad oggi non risultano casi di peste suina in maiali nè allevamenti né allo stato brado, ma resta l'allerta resta alta. Assica - Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi - ha calcolato che un blocco delle esportazioni potrebbe costare 20 milioni al mese.
Secondo la Cia-agricoltori italiani si corre il rischio di mettere in difficoltà un settore che nel 2021 ha esportato 1,7 miliardi tra prosciutti stagionati, disossati, speck, coppe e culatelli, il 12,2% in più del 2020. "Se perdiamo il 15-18% dell'export sarà a in pericolo la sopravvivenza degli stessi allevamenti suini italiani, che sono già in sofferenza da mesi per l'aumento del costo dei mangimi e dell'energia", denuncia Maurizio Gallo, direttore dell'Associazione nazionale allevatori suini (Anas).
Ma il problema non è solo legato ai mercati esteri. “Insieme alle necessarie tempestive misure di prevenzione e sorveglianza, occorre vigilare contro le speculazioni di mercato a tutela degli allevatori e del sistema economico ed occupazionale”, denuncia Ettore Prandini, presidente di Coldiretti. Secondo Confagricoltura Piemonte “industrie e società cooperative, operanti fuori Piemonte, avrebbero sospeso i ritiri di suini vivi allevati in Piemonte, anche al di fuori della zona infetta delimitata dall'Unione Europea”.
Per il momento, l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare ha escluso l’Italia è esclusa da “zone di preoccupazione” ricordando che la peste suina africana è un virus innocuo per l'uomo, ma che colpisce maiali e cinghiali selvatici. Il problema, dunque, potrebbe essere legato alle gravi perdite economiche che potrebbero essere causate dal contagio perché non esistendo vaccini specifici in caso di epidemia è necessario abbattere, nelle zone interessate, un gran numero di maiali d'allevamento.
ILe autorità sanitarie hanno messo sotto osservazione un’area che comprende 114 comuni tra i territori di Genova, Ronco Scrivia, Novi Ligure, Acqui Terme, Spigno Monferrato e Albissola Marina. La regione Piemonte ha disposto lo stop alla caccia in provincia di Alessandria mentre sul versante ligure della zona rossa è stata vietata la caccia di qualsiasi specie, la raccolta di funghi e altre attività concernenti le aree boschive. Stop anche alla movimentazione di qualsiasi tipo di animali zootecnici in entrata e in uscita. Ed è stata sospesa a tempo indeterminato anche la certificazione veterinaria riguardante l'esportazione delle carni suine.
"La conferma del riscontro del virus della Peste suina africana è la notizia che non avremmo mai voluto ricevere ma da diversi anni, ormai, la diffusione del virus in Europa destava la nostra preoccupazione e temevamo ci avrebbe riguardato da vicino, prima o poi” ha commentato Davide Calderone, Direttore di Assica - “Per questo confidiamo che le Autorità competenti affrontino l’emergenza col massimo rigore, rafforzando al massimo, su tutto il territorio nazionale, la sorveglianza nel settore del selvatico e innalzando al livello massimo di allerta la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone per evitare il coinvolgimento dei suini domestici e per arrivare al più presto alla soluzione del problema”.
Fonte: Assica / Confagricoltura / Repubblica