La normativa comunitaria sull’origine degli alimenti, che, a fronte di vanti di origine dell’alimento, impone di comunicare la diversa origine o provenienza dell’ingrediente primario, entra in applicabilità il 1° aprile 2020 ma il tema “origine” è già oggetto di forti dibattiti anche alla luce di alcune recenti pronunce dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha infatti recentemente concluso cinque procedimenti istruttori relativi a indicazioni diffuse tramite etichette e siti aziendali sull’origine della pasta fabbricata con grano di provenienza estera.
Per quanto riguarda invece i siti internet, le informazioni relative all’origine del grano erano solitamente collocate in una posizione di minor risalto rispetto ai riferimenti all’italianità del metodo produttivo impiegato dal professionista ovvero venivano fornite solamente nella fase finale del processo di acquisto.
Nel corso del procedimento istruttorio l’AGCM ha provveduto ad accertare se le condotte sopra descritte fossero suscettibili di integrare una violazione degli articoli 21 e 22 del Codice del Consumo, in quanto idonee a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio in ordine alle caratteristiche del prodotto con specifico riferimento all’origine del grano utilizzato.
L’Autority, nella disamina, ha tenuto in considerazione diversi studi condotti a livello europeo e italiano sull’importanza dell’indicazione dell’origine dei prodotti per il consumatore; ad esempio, nell’indagine ISMEA viene sostenuto che “l’origine del prodotto alimentare è la variabile di scelta maggiormente considerata dagli italiani al momento dell’acquisto del cibo e che ha un’importanza ben superiore a quella del prezzo. L’origine italiana del prodotto rassicura i consumatori, che la percepiscono come garanzia di qualità.
Da ciò si trarrebbe che una corretta informazione sull’origine della materia prima appare un elemento fondamentale per permettere al consumatore di effettuare una scelta d’acquisto consapevole sul mercato della pasta secca.
Le argomentazioni difensive avanzate dai professionisti, d’altra parte, si sono basate principalmente sul rispetto della normativa di settore, nazionale e comunitaria e all’ottemperanza agli obblighi di etichettatura dei prodotti alimentari. Nonostante questi elementi difensivi, quattro dei cinque operatori coinvolti si sono resi disponibili a modificare le etichette e i rispettivi siti internet così da garantire al consumatore un’informazione chiara e completa sin dal primo impatto della comunicazione, in questo modo la dicitura sull’origine (talvolta estera) del grano utilizzato nella produzione della pasta è stata posta sul fronte dell’imballaggio e nella home page del rispettivo sito internet.
Il nuovo set informativo è stato ritenuto idoneo dall’AGCM ad evitare la possibile confusione tra provenienza della pasta e origine del grano.
Per quell’unico operatore che non ha presentato impegni, l’AGCM ha invece adottato un provvedimento di accertamento di pratica commerciale scorretta attuata applicando una sanzione di 1 milione di euro, quantum che rientra nel range sanzionatorio dell’Autority che va da un minimo di € 5.000,00 ad un massimo di 5.000.000,00 €.
La pratica commerciale accertata è stata individuata nella decettività “degli elementi evocativi dell’italianità della pasta di semola di grano duro con marchi evocativi dell’italianità del prodotto apposti sulle confezioni e presenti sul sito internet del produttore, i quali, enfatizzando di molto l’italianità del prodotto in assenza di indicazioni contestuali e di pari evidenza grafica sulla provenienza anche non italiana del grano duro con cui si produce la semola, possono ingenerare nei consumatori l’equivoco che l’intera filiera produttiva della pasta, a partire dalla materia prima, sia italiana, mentre tale qualificazione concerne soltanto la localizzazione dei processi di trasformazione e delle competenze produttive impiegate.
di Avv. Raffaella Flammia
Studio legale Avv. Gaetano Forte
Diritto penale agroalimentare
e sicurezza alimentare