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Il settore della gestione degli infestanti, dalle imprese di produzione alle società di servizio più professionali e aggiornate, promuove da molto tempo strategie di tipo integrato, incoraggiando le attività di prevenzione, i programmi di monitoraggio e i sistemi di lotta orientati a una riduzione dell’impatto chimico per l’ambiente e per i fruitori dei servizi. Questo approccio, insieme all’entrata in vigore del Regolamento UE 848/2018 in materia di produzione biologica e sostenibile e con gli orientamenti dell’UE circa la riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi entro il 2030 (Green Deal), costituiscono i pilastri sui quali l’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione (A.N.I.D.) ha ritenuto di predisporre uno specifico Documento Tecnico.

Il documento tecnico dell’A.N.I.D.

L’interesse del mercato sui prodotti biologici e l’incremento delle superfici destinate alla coltivazione, impongono la necessità di gestire gli infestanti su un maggior quantitativo di produzioni alimentari nelle fasi del post raccolta: nei magazzini di stoccaggio, nelle aziende di lavorazione e nei punti distribuzione. Il Documento Tecnico dell’A.N.I.D. rappresenta un importante punto di riferimento in quanto gli attuali regolamenti comunitari in materia di produzione biologica prendono a riferimento sostanze registrate e impiegabili soprattutto nelle fasi primarie, lasciando lacune evidenti sull’utilizzo di prodotti fitosanitari e di biocidi nelle fasi successive, lungo la filiera di trasformazione e sino alla somministrazione. Durante la stesura di questo lavoro, che ha impegnato per tutto il 2022 la Commissione Certificazioni dell’Associazione, sono state considerate anche le implicazioni sul concetto di sostenibilità introdotte dall’Unione Europea.

Il requisito è ampiamente condivisibile, ma notoriamente controverso nella filiera agricola per le difficoltà causate dai cambiamenti climatici e le conseguenti difficoltà nel contrastare gli infestanti e i contaminanti che trovano condizioni sempre più favorevoli per il loro sviluppo. Anche nel settore del post raccolto appare complesso dare seguito alla sostenibilità la quale deve essere associata ai requisiti di carattere ambientale, ma anche economico e sociale. Il trattamento con calore, ad esempio, è un efficace servizio di disinfestazione biologico applicabile ad ambienti e macchinari, ma richiede un significativo apporto energetico che non è attualmente prelevabile dalla rete utilizzando solo fonti rinnovabili. Relativamente agli aspetti sociali, riconducibili in buona parte al personale e al rispetto del contratto nazionale di lavoro (per le società di servizio di gestione degli infestanti è incredibilmente inserito in quello delle pulizie), i temi della sostenibilità risultano numerosi e complessi. Pur nella volontà di approfondire meglio la questione, in taluni passaggi di carattere tecnico e metodologico, il Documento dell’A.N.I.D. suggerisce e richiama ugualmente un orientamento alla sostenibilità che le società di servizio, destinatarie di questo standard, potranno prendere in considerazione e perseguire anche estendendo le proprie certificazioni professionali (fra tutte la UNI EN 16636:2015) associandole con quelle di carattere ambientale (ISO 14000) e di gestione del personale (Social Accountability 8000).

I requisiti tecnici e metodologici inseriti nel disciplinare A.N.I.D. e applicabili al settore alimentare sono numerosi e di grande interesse a prescindere dall’adozione o meno di questa certificazione. Sono prese in considerazione le attività di controllo e di monitoraggio degli infestanti, gli audit, gli interventi di prevenzione strutturale (richiamando l’importanza della progettazione), i trattamenti di disinfestazione sulle merci in post raccolto e negli ambienti, la derattizzazione e la disinfezione.

Buona prassi per le aziende alimentari

Rinviando ad altri spazi di approfondimento i contenuti del Documento Tecnico A.N.I.D., vorrei sottolineare alcuni aspetti di enorme importanza per le aziende alimentari e per le società chiamate ad erogare servizi per la sicurezza alimentare.

1)           I piani di monitoraggio con trappole a feromoni assumono, nel contesto della produzione biologica ed integrata, una maggiore importanza rispetto al circuito di tipo convenzionale. Non appare più sufficiente registrare i dati di cattura e osservare delle curve di tendenza a posteriori, ma le aspettative sono quelle di effettuare monitoraggi di tipo predittivo, i quali permettono di introdurre azioni correttive tempestive per evitare di raggiungere il picco massimo di infestazione (ovvero il maggior rischio di contaminazione degli alimenti). Occorre quasi anticipare gli eventi in quanto le strategie di lotta biologica sono decisamente più selettive prevedono l’impiego di sostanze scarsamente persistenti e richiedono tempi maggiori per ottenere il risultato atteso nei confronti dei parassiti.

2)           La prevenzione delle infestazioni è sì perseguibile con adeguate operazioni di pulizia, ma l’accuratezza di queste ultime è strettamente correlata alle condizioni strutturali degli edifici e alle caratteristiche costruttive delle macchine di lavorazione;

3)           Le macchine di lavorazione e le pertinenze nel contesto alimentare devono essere realizzate con disegni igienici che consentano di prevenire accumuli di residui e potenziali infestazioni. Considerando che le lavorazioni stanno diventando ormai continuative (due o tre turni, 7 giorni su 7) e di conseguenza si riducono sia i fermi produttivi, sia i tempi di sosta, i macchinari devono essere anche concepiti per smontare e rimontare in tempi rapidi le loro parti.

4)           Le disinfestazioni nell’ambito delle produzioni convenzionali, e ancora di più per quelle biologiche, sono da intendersi quali trattamenti correttivi per riportare le infestazioni a livelli di accettabilità. L’impiego di sostanze attive di origine naturale posseggono campi di azione più limitati rispetto al passato, una scarsa residualità, una persistenza assai contenuta e un meccanismo di azione più prolungato.

In conclusione, la gestione degli infestanti nei contesti di tipo biologico, come previsto anche dal Documento Tecnico dell’A.N.I.D., richiede un’approfondita quanto indispensabile formazione dei tecnici e un impegno societario formalizzato in questa direzione al fine di garantire ai fruitori dei servizi un’elevata professionalità.

Paolo Guerra
Responsabile della Commissione Certificazione dell’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione

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