I comuni “pesciolini d’argento” fanno parte della Famiglia dei Lepismatidi: si tratta di un appellativo abbastanza esplicativo della colorazione del corpo, coperto di squame dal colore argenteo o chiaro, ma anche dei movimenti rapidi di questi insetti, simili a quelli di piccoli pesci in acqua. Nell’industria alimentare, in virtù della loro predilezione per la carta, possono attaccare gli imballaggi.
La denominazione comune di “pesciolini di argento” indica generalmente i Tisanuri in senso stretto, quali Lepisma saccharina L., Thermobia domestica Pack e Ctenolepisma longicaudata. I Tisanuri sono insetti primitivi, unico ordine appartenente alla sottoclasse degli Apterigoti, caratterizzati dall’assenza di ali nel corso di tutta la propria storia evolutiva. Questi primitivi insetti sono lucifughi e tendono, dopo essersi immobilizzati per pochi istanti, a fuggire verso l’anfratto più vicino una volta che l’ambiente sia stato illuminato. Non sono in grado di arrampicarsi su superfici completamente lisce.
Sebbene abbiano un’importanza minima dal punto di vista igienico-sanitario (non sono da ritenere vettori), sono da considerarsi infestanti, in virtù dei costumi alimentari detritivori; soprattutto in casi di condizioni di umidità non opportunamente controllate, si possono verificare delle eccessive e dannose pullulazioni.
Le infestazioni di “pesciolini d’argento” normalmente si risolvono in maniera piuttosto semplice. Da considerarsi a tutti gli effetti degli insetti striscianti, la gestione/prevenzione dei pesciolini d’argento prevede la realizzazione di accurate pulizie ambientali per la rimozione di detriti, polvere e residui di cellulosa (in primis carta).
È necessario tenere in considerazione che essi possono essere favoriti dai ristagni di umidità: è fondamentale che l’umidità relativa degli ambienti in questione sia costantemente monitorata per evitare eccessi che, tra le altre cose, comporterebbero anche l’insorgenza di altre problematiche legate a muffe ed ad altre infestazioni (Psocotteri).
Il controllo propriamente detto può essere effettuato su due livelli: il primo, mediante semplici trappole collanti per il monitoraggio degli insetti striscianti e senza particolare attrattivi.
Il secondo, mediante trattamenti mirati nei luoghi di passaggio o presso le fessurazioni, con formulazioni liquide a base di piretroidi.
Naturalmente, in un contesto sensibile come quello alimentare, sarà necessario valutare opportunamente la tipologia di principio attivo e di formulazione in funzione della presenza o meno di derrate e del rischio dell’area stessa.
Inoltre, i pesciolini d’argento sono molto suscettibili agli insetticidi e non è quindi necessario effettuare trattamenti con forte impatto.
Se ritenuto opportuno, è possibile anche effettuare trattamenti con metodologia U.L.V. (ultra-basso volume) in casi di eccessive infestazioni, per consentire una maggiore penetrazione del prodotto insetticida anche negli anfratti e nelle fessure in cui i pesciolini d’argento trovano rifugio e nei quali depositano le uova. Si tratta, però, di una metodologia applicabile e consigliabile presso le aree adibite ad archivio o a deposito di carta e cartone.