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Il fabbisogno nazionale di frumento duro si attesta annualmente sui 6,5 milioni di tonnellate destinate per la maggior parte all’industria della pasta, mentre in Italia ne vengono prodotti circa 4 milioni, occorre quindi necessariamente importare mediamente 2,5 milioni di tonnellate.

E’ per questa ragione che Vincenzo Martinelli, Presidente della Sezione Molini a frumento duro ITALMOPA - Associazione Industriali Mugnai d’Italia è intervenuto per rimarcare lo stato dell’arte della situazione attuale: “Quando affrontiamo il tema delle importazioni dobbiamo innanzitutto ricordare che la produzione italiana di frumento duro risulta strutturalmente deficitaria, in misura del 40%, rispetto alle esigenze quantitative, e talvolta qualitative, dell’industria molitoria nazionale, la quale deve, a sua volta, rispettare i rigidi capitolati predisposti dall’Industria pastaria per ottenere un prodotto, la pasta, fiore all’occhiello dell’agroalimentare italiano” afferma.

Da qui il problema che le importazioni tendono a essere “criminalizzate, quando in realtà risultano imprescindibili e non alternative alla produzione nazionale”. La produzione nazionale di frumento duro viene totalmente assorbita dall’Industria molitoria italiana. Italmopa ricorda come sia riconosciuta “la capacità dei Mugnai italiani di selezionare e miscelare i migliori grani del mondo, per ottenere semole di assoluta qualità rispondenti alle esigenze dei pastai, a conferma di come l’origine della materia prima non ne determini necessariamente la qualità”.

Martinelli ribadisce il favore dell’associazione per “l’implementazione di strumenti volti a valorizzare il grano duro italiano, primo fra tutti, il ricorso ai contratti di filiera. La valorizzazione, attraverso tali contratti, della produzione nazionale consente di ridurre il differenziale negativo tra le quotazioni del grano nazionale e quello di importazione, riconoscendo agli agricoltori più virtuosi un prezzo altamente remunerativo in funzione degli sforzi messi in atto per incrementare la qualità della materia prima”.

L’auspicio è che “si possa finalmente porre termine a inutili quanto fuorvianti dichiarazioni in merito alla qualità tecnologica e sanitaria della materia prima importata, dimostratasi essere invece ottima anche a seguito del piano straordinario di controlli messi in atto dalla Cabina di Regia istituita lo scorso mese di novembre dal Masaf”.

 

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