Nel primo semestre 2024 si è registrato un forte incremento delle importazioni dalla Germania, dove la tassazione 4 volte inferiore rispetto a quella italiana rendendo di fatto più competitive le aziende che vogliono esportare nel nostro Paese. Secondo l’associazione riportare le accise al livello del 2023 consentirebbe al comparto di tornare a crescere.

“In vista dell’approvazione della Legge di Bilancio 2025, AssoBirra chiede al Governo di ridurre le accise sulla birra di 2 centesimi e ripristinare gli sconti per i birrifici artigianali fino 60 mila ettolitri. Con questa misura, le accise scenderebbero a 2,97 euro per ettolitro grado Plato, cioè il livello precedente all’ultimo aumento, considerando che il mercato birrario è entrato in contrazione e ha perso oltre il 5%. Oggi più che mai, crediamo necessario dare certezze agli imprenditori che vogliono investire e quindi porre fine all’adozione di misure provvisorie”, dichiara Alfredo Pratolongo, il Presidente di AssoBirra, l’associazione che riunisce le maggiori aziende che producono e commercializzano birra e malto in Italia - che complessivamente coprono più del 92% della produzione di birra nazionale.

Prima della pandemia, il settore birrario aveva avuto un trend di crescita positivo, caratterizzato dallo sviluppo di nuove realtà artigianali, grandi investimenti industriali, il lancio di nuove birre e la spinta commerciale dei marchi storici italiani. Dopo la pandemia, esaurito il rimbalzo del 2022, le spinte inflattive e l’erosione del potere di acquisto hanno invertito bruscamente la tendenza: nel 2023 la produzione si è ridotta a 17,4 milioni di ettolitri, segnando un -5,02% rispetto al 2022, i consumi nazionali si sono fermati a 21,2 milioni di ettolitri, rispetto ai 22,5 milioni dei dodici mesi precedenti, con una contrazione del 5,85%.

Il primo semestre 2024 conferma questo campanello d’allarme: la produzione nazionale e il mercato interno continuano, infatti, ad essere in sofferenza. I consumi, pressoché piatti, sono in realtà alimentati prevalentemente dall’aumento delle birre prodotte fuori dall’Italia (con l’import che segna quota +10,2%).

“Le dinamiche degli ultimi 18 mesi confermano l’esistenza di una correlazione inversa tra l'aumento delle accise e l’andamento del mercato, in particolare la competitività della produzione nazionale”, spiega Pratolongo. “Dopo il primo aumento di gennaio 2023 il comparto è entrato in una contrazione che si è protratta dopo il secondo aumento a gennaio 2024. Nel primo semestre del 2024, i dati riportano un aumento delle importazioni da Paesi europei con una tassazione fino a quattro volte inferiore a quella italiana, consentendo alle aziende che esportano di essere di fatto più competitive, poiché il prezzo, soprattutto in un contesto di ridotto potere d’acquisto, ha un impatto significativo”.

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