Lo conferma un documento scientifico redatto su richiesta del Parlamento Europeo.

L'allevamento in gabbia costringe gli animali in uno spazio molto limitato, andando a impattare fortemente sulle loro necessità fisiche e di comportamento. Vivere in queste condizioni porta a delle conseguenze sullo stato di salute degli animali, causando malformazioni e lesioni, ma anche sulla qualità del prodotto finale.

Il sempre più elevato interesse verso il benessere animale, che sta coinvolgendo non solo i consumatori, ma anche alcune aziende, ha portato 1,4 milioni di cittadini, tra il 2018 e il 2020, a firmare la petizione End the cage age, quella che ha avuto maggiore successo in assoluto nella storia di tutte le istanze presentate all’Unione europea. In risposta, il Parlamento ha chiesto a un gruppo di scienziati dell’Università di Utrecht di redigere un documento scientifico che analizzasse l’utilità di eliminare le gabbie e le possibilità concrete di abbandonarle.

Il documento, che si concentra su polli e maiali, conferma come il confinamento in gabbia abbia effetti negativi sugli animali, soprattutto su quelli abituati a pascolare o comunque a muoversi per andare alla ricerca di cibo. La reclusione potrebbe inoltre causare con più facilità nuovi problemi sanitari.

Il documento è stato presentato in Parlamento il 15 aprile, ma il processo di approvazione potrebbe essere lungo;  le leggi verranno probabilmente effettivamente riviste non prima del 2023. Perchè si possano definitivamente eliminare le gabbie sono necessari investimenti, sovvenzioni e una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori; sono infatti questi ultimi, in attesa delle decisioni del Parlamento, a poter fare la differenza tramite i loro acquisti, premiando chi già alleva seguendo metodi alternativi.

 

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