Ivano Vacondio, Presidente di Federalimentare, interviene sulla proposta che la Commissione Europea ha pubblicato all’interno del secondo pacchetto economia circolare il 30 novembre scorso in termini di prevenzione, riduzione e riutilizzo degli imballaggi immessi nel mercato, condividendone gli obiettivi generali, ma non i mezzi.
Una misura che rischia di essere devastante, osserva il Presidente di Federalimentare, per tutto il settore alimentare e delle bevande: “L’impatto potenziale derivante dalla combinazione delle diverse misure contenute nella proposta di regolamento, in una fase congiunturale così difficile, risulterebbe insostenibile sia dal punto di vista economico, a causa dei maggiori costi e oneri sugli operatori economici sia dal punto di vista tecnologico, in relazione alle difficoltà logistiche e organizzative di non poco conto in capo alle imprese ‘impossibilitati’ ad adeguarsi in così poco tempo. Senza contare le ricadute di un potenziale un effetto depressivo sui consumi e in contrasto con la forte propensione delle nostre imprese all’export,” prosegue il Presidente.
“Mi preme ribadire che la transizione verso imballaggi sempre più sostenibili non può avvenire tramite l’approccio ‘packaging free’ che è nelle intenzioni della CE. L’imballaggio alimentare non è un semplice ‘contenitore’, ma ha una funzione essenziale per mantenere inalterata la conservazione, la qualità, la sicurezza del prodotto alimentare lungo tutte le fasi della filiera. Le nostre imprese in questi anni hanno già fatto tantissimo: penso ad esempio alla riduzione e all’alleggerimento degli spessori, all’ecodesign, all’aumento di contenuto di materiale riciclato fino all’etichettatura ambientale degli imballaggi con la previsione di informazioni sempre più chiare e accurate sulla composizione del materiale di imballaggio e quelle relative al corretto smaltimento dei consumatori nella raccolta differenziata. C’è dunque da parte delle nostre imprese tutto l’interesse a procedere in una direzione che sia quanto più possibile sostenibile dal punto di vista ambientale, ma non a discapito di una sostenibilità economica e sociale”.
Fonte: Federalimentare
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