728x180

Nell’ambito delle azioni volte a contrastare il fenomeno dei cambiamenti climatici, la riduzione dei consumi energetici riveste chiaramente un ruolo strategico. Ma quando si tratta di produzione industriale, l’auspicato impegno di contenere i consumi energetici deve inevitabilmente coniugarsi con l’obiettivo della competitività delle imprese.

Su questi temi, l’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano ha fatto un’analisi accurata relativa alle esigenze energetiche e alle peculiarità dell’industria di trasformazione alimentare. 

Riportiamo di seguito i dati emersi con le indicazioni che Edoardo Bosco, del Politecnico di Milano e consulente del Comitato Scientifico di MCE - Mostra Convegno Expocomfort, ha rilasciato in esclusiva per Igiene Alimenti.

I consumi energetici

L’industria alimentare rappresenta, all’interno dei principali settori manifatturieri italiani, il terzo maggior comparto industriale in termini di consumi energetici dietro solamente al settore metallurgico e al chimico. Particolarmente elevato è la richiesta di energia termica, pari a quasi 20 TWh annui, mentre più contenuti i consumi di energia elettrica che si attestano sui 12,5 TWh all’anno.

Il comparto alimentare

Il comparto che comprende oltre 56.000 aziende, di gran lunga il settore industriale con il maggior numero di imprese, suddivise in 9 macro-categorie. Di queste, oltre 35.000 (circa il 62%) sono addette alla produzione di prodotti da forno e farinacei. Sopra le 3.000 unità le imprese che si occupano della lavorazione e conservazione della carne, l’industria lattiero-casearia e le imprese che producono oli e grassi di origine animale e/o vegetale. Poco meno di 2.000 le aziende che si occupano della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi mentre si attestano sulle 1.000 unità le imprese che si occupano della lavorazione di granaglie. Sotto le 1.000 unità le imprese per la produzione di prodotti per l’alimentazione animale e quelle afferenti al settore ittico.

 

La ripartizione dei consumi e gli investimenti

Più della metà del fabbisogno energetico (56%) è indirizzato verso i processi produttivi. Percentuale in linea con la media del comparto industriale italiano che si attesta al 62%. Il restante 44% di consumi è associato per la maggior parte ai servizi ausiliari al processo produttivo, i quali includono tecnologie come la cogenerazione, motori elettrici ed inverter,  mentre una piccola parte è allocata ai servizi generali (illuminazione e sistemi HVAC). Fra i segmenti dell’industria di trasformazione alimentare, quello della lavorazione e conservazione di carne e prodotti a base di carne risulta il più esigente in termini energetici. 

 

Soluzioni digitali

Paragonando il livello di digitalizzazione del settore alimentare con quello degli altri settori manufatturieri, si nota come l’industria alimentare sia una delle meno digitalizzate, al penultimo posto prima del tessile. Analizzando poi più nel dettaglio quali sono le soluzioni digitali maggiormente adottate, emerge che quasi 9 aziende su 10 abbiano provveduto ad installare sistemi per il monitoraggio dei singoli componenti (sensori, attuatori, PLC, ecc.). Guardando la visione d’assieme, l’indagine condotta mostra come l’uso di sistemi informatici per la gestione e l’ottimizzazione dei consumi e della produttività dei singoli macchinari sia ormai una pratica diffusa nel panorama industriale alimentare, mentre ancora limitata, la presenza di sistemi volti al coordinamento e gestione delle risorse e pratiche aziendali.

 

Incentivi per un cambiamento di rotta

Dallo studio emerge però anche un cambiamento di rotta nell’ultimo biennio, con una prevedibile crescita del volume d’affari legato all’efficientamento dei processi produttivi nei prossimi anni. Cambiamento di rotta dettato anche dall’evoluzione del contesto normativo che negli ultimi anni ha incentivato gli investimenti nel processo produttivo a discapito di interventi sui servizi generali ed ausiliari. Investimenti che sono stati trainati soprattutto grazie al Piano Industria 4.0, introdotto dal governo nel 2017.

a cura di Chiara Scelsi

Pin It