Italmopa, Associazione Industriali Mugnai d’Italia è l’Associazione di categoria che rappresenta in Italia, in via esclusiva, l’Industria molitoria, articolata nei due comparti della macinazione del frumento tenero e del frumento duro. Abbiamo parlato con il Presidente Cosimo De Sortis delle prospettive del settore a medio e lungo termine.
Come sta reagendo il settore alla crisi sanitaria che stiamo vivendo? Cosa avete osservato?
Questa emergenza sta avendo un impatto epocale sulle imprese e sulle abitudini relazionali dei singoli. Le imprese del settore alimentare, in particolare, hanno dovuto reagire in tempi record all'esigenza di dare continuità alle produzioni ritenute essenziali e, nel contempo, adeguarsi per garantire ai lavoratori la possibilità di operare in sicurezza. L'incremento della domanda domestica di prodotti come pane, farine e pasta era assolutamente prevedibile date le esigenze di permanenza domiciliare imposte dall'autorità governativa, come misura di prevenzione del contagio. Bisogna, però, dire che l'incremento dei consumi domestici è, tuttavia, controbilanciato dal quasi totale azzeramento della domanda proveniente dal canale Horeca, che per molte aziende molitorie può pesare anche più del 30% dei volumi complessivi.
Parliamo di prospettive di lungo periodo invece. Quali sono i punti su cui il settore dovrà lavorare?
Difficile fare previsioni. Credo che molti equilibri andranno rivisti con la fine dell'emergenza. Sul piano delle prospettive di mercato, riteniamo che il ritorno alla "normalità" sarà caratterizzato da alcuni cambiamenti strutturali nella domanda.
Per esempio, il tema dell'origine della materia prima: riusciranno i produttori italiani ad aumentare i volumi di produzione nostrana per venire incontro alla richiesta di un mercato che guarda sempre di più all'italianità come plus qualitativo?
Il consumatore continuerà a essere attratto dall'origine delle materie prime ma farà sempre più attenzione agli aspetti di sostenibilità economica e ambientale delle produzioni. Le produzioni nazionali di frumento tenero e duro, come noto, sono ampiamente insufficienti per il fabbisogno dell'industria molitoria, sia dal punto di vista qualitativo che da quello qualitativo. Siccome non è possibile puntare all'autosufficienza, mi accontenterei di vedere nel medio periodo un miglioramento della qualità della produzione agricola italiana e una migliore organizzazione dell'offerta del grano tenero e duro, oggi poco pianificata ed eccessivamente frammentaria. Italmopa è impegnata su questi obiettivi insieme a tutti gli attori della filiera, dalle organizzazioni dei produttori primari all'industria pastaria, con la sottoscrizione del protocollo nazionale frumento duro che vede coinvolti anche istituzioni universitarie e della ricerca, e che si pone proprio l'obiettivo di incrementare la disponibilità e la qualità del grano duro nazionale. Vorrei fare una breve riflessione anche sul piano dell'informazione. Credo che nel post emergenza per alcuni sarà più difficile fare polemiche strumentali sulle importazioni. È evidente che in questo periodo di emergenza, se non vi fosse stato il contributo determinante dell'import di grano tenero e duro, molti stabilimenti avrebbero dovuto interrompere le produzioni con conseguenze facilmente intuibili per gli scaffali di negozi alimentari e supermercati. Il consumatore post-Covid19 sarà probabilmente un consumatore meno manipolabile dalla cattiva informazione e questo sarà un bene per tutte le aziende alimentari che operano in sicurezza e qualità.
In generale, cosa potete dire della qualità della materia prima (sia nazionale che di importazione): ci sono criticità da monitorare?
In nessun caso l'origine della materia prima frumento è, da sola, garanzia di qualità dei prodotti trasformati. L'eccellenza dell'industria molitoria italiana, universalmente riconosciuta, sta infatti nella cosiddetta "ricetta di produzione", che consiste in quella formula unica e non replicabile fatta di selezione e miscelazione delle migliori origini di grano tenero e grano duro del mondo tramite il patrimonio umano e di conoscenze costruito nel tempo da ciascuna azienda. Circa i controlli, posso solo confermare che il frumento di importazione è sottoposto ad un numero di controlli ben superiore a quelli svolti sulla materia prima nazionale e che, anzi, i prodotti delle nostre filiere possono essere considerati tra i più controllati per cui il consumatore può dormire sonni tranquilli, evitare di farsi turbare da fake news allarmistiche e denigratorie sul grano importato e continuare a comprare i nostri prodotti in tutta sicurezza, a prescindere dall'origine delle materie prime dichiarate in etichetta.