I dati forniti dall''OI Pomodoro da Industria del Nord Italia' dicono che sono state prodotte "poco meno di 2.800.000 tonnellate di pomodoro, ovvero un calo del 12% rispetto a quanto contrattato fra l'Industria e le Organizzazioni di Produttori.
Le superfici coltivate sono risultate pari a 38.928 ettari, di cui 3.731 a produzione biologica e il restante a produzione integrata. Nell’area Ovest del Nord Italia le rese sono state molto alte nonostante ci siano state aree duramente colpite dalla grandine, mentre nell'area Est le rese sono state decisamente basse a causa delle piogge persistenti di maggio, nonché dell'alluvione che ha duramente colpito il Ravennate.
"In sintesi - osserva in una nota Tiberio Rabboni, presidente 'OI Pomodoro da Industria Nord Italia' - si è trattato di una campagna con esiti discreti, se non buoni, nelle province occidentali e negativi, purtroppo, nelle province orientali, Ravenna e Ferrara in particolare. Il clima anomalo ha condizionato negativamente anche l'esito delle coltivazioni biologiche".
A fronte del calo produttivo, la buona notizia riguarda invece la qualità del prodotto. L’''OI Pomodoro da Industria del Nord Italia', segnala per “quest'anno una qualità molto alta, registrando un grado brix di 4,87, uno dei valori massimi dell'ultimo decennio. Data l'ottima qualità del prodotto consegnato, il pomodoro è stato pagato con un indice di pagamento elevato, tra i maggiori dell'ultimo decennio; il pomodoro - conclude l'organizzazione - già partiva da un prezzo di riferimento base 100, pari a 150 euro a tonnellata, il più alto mai riconosciuto prima dall'industria ai produttori".
Fonte: ANSA