Secondo le previsioni dell’Ufficio studi di Anima, il comparto dell’industria meccanica rappresentato da Assofoodtec (l’Associazione italiana costruttori macchine, impianti, attrezzature per la produzione, la lavorazione e la conservazione alimentare) chiude l’anno con un bilancio positivo, raggiungendo il fatturato di 4.560 milioni di euro, con una crescita del +4,5% sull’anno precedente. In questo notevole risultato le esportazioni giocano un ruolo fondamentale, con una quota sul fatturato che raggiunge il 66% e una crescita sui mercati internazionali.
Bilancio positivo per tutte le associazioni federate Anima che fanno capo ad Assofoodtec. Nello specifico, i produttori di tecnologie per la refrigerazione commerciale e industriale, rappresentati da Assocold – Costruttori Tecnologie per il Freddo – raggiungono una produzione stimata di 1.950 milioni di euro (+5,1% rispetto al 2021). A seguire i settori rappresentati da Ucma – Costruttori Macchine per l’Industria Alimentare – che raggiunge i 1.557 milioni di euro nel 2022 grazie a una crescita complessiva del fatturato del +2,8%. Il comparto del caffè, raggruppato all’interno di Ucimac – Costruttori Macchine e Attrezzature per Caffè, professionali e semi professionali – chiude il 2022 con una produzione di 545 milioni di euro, di cui più di tre quarti destinati all’export. Le tecnologie rappresentate in Tecprofood – Costruttori Tecnologie Professionali per il Food – raggiungono complessivamente una produzione di 233 milioni di euro, con una quota export/fatturato del 69%, mentre il settore rappresentato da Comaca – Costruttori Macchine per la Lavorazione delle Carni – cresce del +2,5% rispetto al 2021, con un fatturato complessivo di 275 milioni di euro.
Andrea Salati Chiodini, Presidente di Assofoodtec, commenta: “I numeri previsti dall’Ufficio studi di Anima sono fonte di soddisfazione. Le crisi che si sono susseguite negli ultimi anni hanno colpito duramente la filiera Ho.Re.Ca., prima gravemente danneggiata dalle chiusure dovute alla pandemia, e poi afflitta dai rincari delle materie prime e dell’energia. Le nostre aziende hanno risposto alla crisi riprendendosi gradualmente, nel 2021, e nell’ultimo anno ottenendo risultati incoraggianti, nonostante le difficoltà, soprattutto grazie al traino dell’export. A dimostrazione che il settore food rappresenta, in ogni fase della sua filiera, il fiore all’occhiello del Made in Italy, una delle grandi eccellenze che i mercati di tutto il mondo riconoscono nella nostra industria. Certo, questi dati vanno letti alla luce di un’inflazione generale che nel 2022 ha superato l’8% e in un contesto che vede per le aziende del settore manifatturiero la marginalità sempre più ridotta, erosa dai forti aumenti del costo dell’energia, dei carburanti e dei gas che in molti casi hanno fatto impennare i costi di produzione, e che ora si stanno lentamente riassestando sui livelli pre-bellici. Ci aspettano tempi difficili, ma guardiamo comunque al futuro con ottimismo, forti del know how e della qualità tutta italiana di questo settore”.
Fonte: www.anima.it
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