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“Prosegue il rallentamento della corsa dei prezzi: la revisione al ribasso dell’indice a marzo conferma la fase di decelerazione dell’inflazione e questo è un risultato raggiunto grazie al calo dei prezzi energetici, in particolare quelli non regolamentati, che comunque registrano ancora una dinamica del 19%.

La frenata dell’energia però potrebbe essere solo temporanea: la possibilità di ulteriori aumenti delle tariffe di gas e luce, confermata nei giorni scorsi dall’ARERA, darebbero eventualmente una nuova spinta ai prezzi.” Con queste parole Confesercenti commenta il dato definitivo sui prezzi a marzo diramato da Istat nei giorni scorsi.

Su base annua, il tasso d’inflazione risulta comunque ancora molto elevato, al 7,7%, e anche l’inflazione di fondo è ancora ad un livello non tranquillizzante. Oltre all’incertezza sul fronte energetico, continuano le tensioni al rialzo dei prezzi dei beni alimentari non lavorati su cui pesano l’effetto della siccità e l’onda lunga di un’annata caratterizzata dall’instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole.

“In questo quadro riteniamo senz’altro positiva la previsione di riduzione del cuneo fiscale, intervento che aiuterebbe a frenare la perdita di potere d’acquisto dei redditi più bassi,” commentano ancora da Confesercenti. “L’impatto positivo però rischia di essere annullato da un ritorno all’aumento delle tariffe energetiche. In questo caso, occorrerebbe rafforzare ulteriormente le misure contro il caro-bollette varate dal Governo. Serve già ora un intervento più incisivo per le imprese: l’attuale flessione di gas e luce non è, infatti, sufficiente a dare respiro alle PMI del commercio e del turismo, che quest’anno si troveranno comunque a pagare una bolletta fino a 4 miliardi di euro più pesante rispetto a quella del 2021”.

 

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