Dalla Festa del BIO Anteprima Terra Madre, FederBio ha lanciato un appello agli eurocandidati condividendo il Manifesto “Elezioni Europee 2024 - per aree rurali vitali e sistemi alimentari sostenibili” di IFOAM OE, la Federazione internazionale dei movimenti per l'agricoltura biologica.

L’invito ai politici è quello di appoggiare politiche sostenibili che incentivino la transizione verso un'agricoltura resiliente come quella biologica fondata su pratiche non solo benefiche per l’ambiente, ma anche economicamente sostenibili. La richiesta è di sostenere l’agroecologia per rispondere alle crisi ambientali, climatiche e sociali.

FederBio e IFOAM Organic Europe hanno stilato un breve elenco con sei priorità:

1. Ripensare la Politica Agricola Comune per promuovere la biodiversità e sostenere pratiche estensive

2. Rafforzare l’economia e la sostenibilità dei sistemi alimentari attraverso gli appalti sostenibili

3. Migliorare la scelta dei consumatori attraverso la sensibilizzazione sul costo reale del cibo e la promozione del biologico

4. Migliorare la scelta dei consumatori contrastando il greenwashing

5. Incoraggiare l'innovazione guidata dagli agricoltori promuovendo il biocontrollo

6. Incoraggiare l'innovazione guidata dagli agricoltori attraverso l'istruzione, l'innovazione e la conoscenza.

“È il momento di agire con determinazione per proteggere il nostro Pianeta e assicurare un futuro sostenibile per le generazioni a venire - ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio –. Ecco perché abbiamo deciso di condividere in questo particolare momento, il Manifesto IFOAM OE, che fornisce una roadmap chiara, affinché i decisori politici europei possano adottare politiche green che rimettano al centro sistemi agroalimentare sostenibili, resilienti e rispettosi delle persone e degli ecosistemi. Il Green Deal Eu è stato impropriamente indicato come l’epicentro delle proteste del mondo agricolo. La vera criticità, però, è che gli agricoltori non riescono più ad avere un reddito adeguato. I prezzi dei loro prodotti sono sempre più bassi, anche a causa della diminuzione delle rese per le emergenze climatiche e l’aumento dei costi di produzione. Tutti questi fattori sono legati a un modello intensivo, ormai superato, che non ha mai messo al centro il ruolo dell’agricoltore. Puntare sulla conversione biologica significa, invece, ridare valore al cibo e a chi lo coltiva, tutelare l’ambiente e la biodiversità con positive ricadute economiche e sociali”.

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