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È stata raggiunta a livello comunitario un’intesa tra le istituzioni europee (il Consiglio UE e il parlamento europeo) sul regolamento sugli imballaggi in linea con l’obiettivo di raggiungere un calo dei rifiuti da imballaggio del 5% entro il 2030, del 10% nel 2035 e del 15% entro il 2040, come previsto nella proposta iniziale della Commissione europea.

Saranno quindi vietati dal 2030 alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, come gli imballaggi per frutta e verdura fresca non trasformata, imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti, porzioni individuali (come condimenti, salse, panna, zucchero), e prodotti in miniatura per i prodotti da toilette negli alberghi. Le nuove norme prevedono anche restrizioni sul contenuto di Pfas – le sostanze perfluoroalchiliche – sugli imballaggi a contatto con gli alimenti.

Sono state stabilite anche nuove limitazioni allo spazio vuoto degli imballi per indurre un confezionamento raggruppato con un rapporto massimo di spazio vuoto fissato del 50% per il trasporto e il commercio elettronico. Nuovi obblighi anche per le imprese di asporto che dovranno offrire ai clienti la possibilità di portare con sé i propri contenitori da riempire con bevande fredde o calde o cibi pronti, senza costi aggiuntivi. Salvi due comparti molto importanti per l’Italia, l’imballaggio di vino e il florovivaismo.

“Questo regolamento mira a ridurre i rifiuti causati dagli imballaggi, rendendoli più sostenibili, garantendo al contempo i più elevati standard di gestione dei rifiuti”, la dichiarazione della Presidenza UE. Sono state accolte parzialmente le richieste fatte dall’Italia che aveva chiesto ad esempio alcune deroghe. Nonostante questo, i divieti su alcuni imballaggi monouso continuano a essere considerati insoddisfacenti per il nostro governo e per le principali associazioni di categoria. Per la filiera agroalimentare italiana rappresentata da Coldiretti, Filiera Italia, Cia, Confapi, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Legacoop, Legacoop Agroalimentare, Legacoop Produzione&Servizi, Coop, Flai Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil, il testo può essere ancora migliorato. Le associazioni hanno rilasciato una nota congiunta in cui auspicano che “nel negoziato in corso ci possano essere ulteriori scelte a difesa delle imprese europee che evitino l’inquinamento e lo spreco alimentare, come avverrebbe con alcune proposte ora sul tavolo che non tutelano a sufficienza alcuni settori quali l’ortofrutta”.

Il regolamento comunque non sarà inderogabile: sarà infatti rivalutato tre anni dopo l'entrata in vigore sulla base dello stato di sviluppo tecnologico degli imballaggi in plastica a base biologica. Sarà per questo che verranno poi stabiliti requisiti di sostenibilità per gli imballaggi in bioplastica.

 

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