Secondo quanto si legge in un articolo pubblicato su PLOS Medicine firmato da Lars Fadnes del Dipartimento di salute pubblica e cure primarie all’Università di Bergen in Norvegia e colleghi, la riduzione dell'assunzione di carne a favore di legumi, cereali integrali e noci potrebbe aggiungere un decennio all’aspettativa di vita.

“È noto che le diete a base vegetale possono contribuire ad allungare l’esistenza, con risultati più evidenti adottando un’alimentazione priva di carne nei primi anni di vita”, scrivono i ricercatori che hanno utilizzato i dati dello studio Global Burden of Disease per sviluppare un algoritmo chiamato TheHealthy4Life, in grado di stimare lo stato di salute di un tipico mangiatore che segue una dieta occidentale e di un mangiatore cosiddetto “ottimale”, definito dall’assunzione di una serie di prodotti freschi in quantità tale da superare quella di alimenti trasformati e carne rossa. E i risultati parlano da soli: chi all’età di 20 anni sceglie un’alimentazione ottimale ha un’aspettativa di vita aumentata di 10,7 anni per le donne e 13 anni per gli uomini, mentre chi lo fa a un’età pari o superiore a 60 anni potrebbe aggiungere fino a 8,8 anni di vita, che diventerebbero 3,4 iniziando a 80 anni. “Le diete occidentali e ottimali sono estremi. Nel mezzo sta un approccio equilibrato, e i giovani che lo adottassero potrebbero aspettarsi di aumentare del 7% la loro aspettativa di vita”, spiega Fadnes, precisando che tra i gruppi alimentari analizzati, quelli che si sono dimostrati i più efficaci nell’allungare la vita sono stati i legumi, le noci e i cereali integrali, a fronte di una riduzione delle carni rosse e lavorate, e senza tener conto delle carni bianche e delle uova”.
Conclude il ricercatore: “Una modifica prolungata dell’alimentazione può dare sostanziali benefici nello stato di salute a persone di tutte le età, con risultati tanto migliori quanto prima si inizia. E il nostro algoritmo Food4HealthyLife potrebbe essere utile per medici, decisori politici e semplici cittadini per comprendere l’impatto sulla salute delle scelte dietetiche”.

PLOS Medicine 2022. Doi: 10.1371/journal.pmed.1003889
https://doi.org/10.1371/journal.pmed.1003889

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