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Il Commissario Straordinario alla Peste suina africana Giovanni Filippini ha fatto il punto sui numeri della Peste suina africana spiegando che al momento ci sarebbero in Italia 18 focolai in Lombardia, 5 in Piemonte e 1 in Emilia-Romagna, invitando tutti a prudenza.

La situazione secondo il commissario intervistato dall'ANSA è complessa “ma definirla drammatica è esagerato. E' una situazione legata a un'ondata epidemica. È chiaro – ha aggiunto - che c'è tantissima preoccupazione da parte di associazioni e allevatori, soprattutto di quelli che si trovano nelle zone di restrizione e sono soggetti alle misure e ai provvedimenti che ho inserito nell'ultima ordinanza". Al momento i tecnici sono in una fase di valutazione dei risultati legati all'applicazione dell'ultima ordinanza emanata recentemente.

Le associazioni di categoria

Chi manifesta grande preoccupazione è il presidente nazionale dei suinicoltori di Confagricoltura Rudy Milani che senza mezzi termini, intervistato da alcune radio: "Siamo proprio sull'orlo di un disastro, siamo sul limite di un baratro. Saranno 15-20 anni che lamentiamo che una fauna selvatica fuori controllo è un grossissimo problema, oggi stiamo raccogliendo i frutti del non essere stati ascoltati". Ha poi spiegato che "la Peste suina è un problema squisitamente commerciale, è un problema di relazioni commerciali tra l'Italia e il resto del mondo". Questo perché "la presenza del virus sul territorio italiano non mette a rischio il consumo perché è un problema per la salute, perché non lo è in nessun modo. Il problema è che questo virus viene trasportato attraverso la carne in Paesi esteri dove il virus della peste non c'è. Quindi da quando noi lo abbiamo, l'esportazione di carne suina verso la Cina, verso il Giappone, verso l'Asia in generale e alcuni paesi dell'America è stata bloccata pochi giorni dopo creando un danno che secondo le stime fatte da Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi) può essere valutato tra i 20 e i 30 milioni di euro al mese. Poiché la peste è arrivata in Italia a gennaio 2022 - ha concluso Milani - abbiamo accumulato fino adesso oltre mezzo miliardo di danno all'export".

La situazione è molto preoccupante anche per Coldiretti che interpellata dall’ANSA richiama l'attenzione sull'importanza di adottare misure tempestive e incisive per sostenere le aziende colpite e salvaguardare la sopravvivenza di una filiera che si distingue tra le più performanti del sistema agroalimentare italiano. "Innanzitutto, è fondamentale che vengano erogati gli indennizzi dovuti alle aziende danneggiate dalla PSA, molte delle quali si trovano in gravi difficoltà - sottolinea Coldiretti. - È indispensabile garantire il risarcimento anche alle scrofaie soggette a fermo aziendale, così come agli allevatori da ingrasso per il mancato reddito".

Fonte: ANSA

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