Quasi 3 milioni i prosciutti prodotti dal consorzio quest’anno, un numero in linea con la produzione degli ultimi anni, nonostante le difficoltà del settore. L’export gode delle positive performance delle vaschette. La soddisfazione del Consorzio che raggruppa una circa 30 aziende e una filiera tutta italiana.

A fornire gli ultimi numeri è direttamente Mario Emilio Cichetti, direttore generale del Consorzio del Prosciutto di San Daniele: “I dati di vendita e dell’export – spiega – ci raccontano che i nostri prodotti sono sempre più richiesti. Nei primi 8 mesi di quest’anno le quantità di affettamento sono sugli stessi livelli degli anni precedenti, questa è una conferma immediata delle buone performance”. Quest’anno sono stati quasi 3 milioni i prosciutti prodotti dalle aziende aderenti al Consorzio.

Il prodotto affettato in vaschetta contribuisce in modo significativo alla quota di export del Consorzio che, nel 2023, si è attestata intorno al 19%. “I principali mercati di destinazione sono la Francia, la Germania, gli Stati Uniti e l’Australia. In particolare, queste due ultime mete oltreoceano prediligono il disossato e il pre-affettato. Siamo molto soddisfatti del mercato australiano: seppur agli antipodi geograficamente, le esportazioni restano costanti”.

Mario CichettiIl gradimento del San Daniele sulle tavole dalla cultura gastronomica diversa è ormai consolidato; il merito è anche della strategia di promozione del Consorzio che, da unione tradizionale dei produttori, si è specializzato nella valorizzazione di ogni specificità, varcando i confini di un piccolo territorio. Ma è proprio l’area circoscritta di produzione una delle qualità dei prodotti DOP, cioè Denominazione di Origine Protetta. Il borgo di San Daniele del Friuli e il territorio circostante hanno un microclima singolare. Dislocati tra il continente europeo, con le Alpi e le Prealpi, e il mare, sono protetti più di altre zone dal cambiamento climatico. “Essere DOP è garanzia del legame con il territorio e con le persone impegnate nella produzione. Siamo una filiera tutta italiana composta da circa 30 aziende: poco più del 50 per cento è rappresentato da grandi gruppi industriali, ai quali si aggiungono una decina di aziende familiari locali e altre aziende di medie dimensioni mono produttori. Il legame con l’ambiente e con il contesto socioeconomico della zona di San Daniele è forte, imprescindibile. Come Consorzio sosteniamo ogni singola realtà associata e lavoriamo insieme con dinamismo e sinergia”.

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