Novità dall’Assemblea di una delle maggiori associazioni dell’alimentare in Europa, che rappresenta oltre 20 settori del Made in Italy, 550 aziende e 900 marchi nazionali consumati all’estero con trend di crescita importanti.
Il Made in Italy alimentare all’estero punta alla sintesi tra identità e innovazione. Da un lato una tradizione forte e riconoscibile, espressione di territori e biodiversità; dall’altro la capacità di rispondere con qualità, alto valore aggiunto e sostenibilità a mutate esigenze, bisogni e aspettative del consumatore italiano e internazionale.
Unione Italiana Food rappresenta, con una quota export di 18 miliardi di euro (in crescita del 20% rispetto al 2021), il 47% del valore del cibo italiano che finisce sulle tavole globali. Un panorama eterogeneo: caffè, pasta, cioccolato, gelati, prodotti da forno (e da ricorrenza, come Pandoro e Panettone), confetteria e chewing gum, surgelati, sottoli e sottaceti, salse, sughi e condimenti, minestre, confetture e miele, alimenti per la prima l’infanzia, integratori alimentari, ortofrutta fresca confezionata, nettari di frutta e ortaggi, tè, infusi e tisane, spezie ed erbe aromatiche.
Un rapporto elaborato da Fondazione Edison in occasione dell’Assemblea annuale di Unione Italiana Food ha evidenziato l’enorme valore economico e sociale che tali settori rivestono per l’Italia. In particolare, l’Italia è al primo posto in Europa (davanti a Germania, Francia e Spagna) per valore della produzione e numero di occupati per succhi di frutta e di ortaggi lavorati e conservati, gelati, fette biscottate e biscotti, prodotti di pasticceria conservati, paste alimentari, cuscus e prodotti farinacei simili, cacao, cioccolato, caramelle e confetterie, tè e caffè, preparati omogeneizzati e alimenti dietetici.
L’export complessivo degli 11 prodotti top è più che raddoppiato nell’ultimo decennio, passando da 5,8 miliardi di euro del 2012 a 12,2 miliardi del 2022, crescendo dunque in. valore assoluto di ben 6,4 miliardi di euro a prezzi correnti. Il surplus con l’estero degli 11 prodotti top è di 10,5 miliardi di euro nel 2022 e vede l’Italia precedere nettamente Germania, Polonia, Belgio e Svizzera.
I dati del settore e i nuovi vertici
L’analisi di Fondazione Edison è confermata anche dall’Annual Report 2022 di Unione Italiana Food, che conferma che l’amore globale per il food italiano e quello che rappresenta ha superato anche due anni estremamente difficili. Aumenta infatti, del 12%, il fatturato complessivo del settore, che ormai sfiora i 51 miliardi di euro.
A crescere sono soprattutto pasta (+23,6%) e il caffè (+18,4%). Nel dolciario, bene, in particolare, il cioccolato (+17%) e la confetteria (per entrambi, +17%). Bene, infine, anche i surgelati (+8,7%).
Mentre sui mercati esteri, dove la crescita è a doppia cifra per tutti i comparti, la parte del leone la fanno pasta (+31%), caffè (+26,5%), confetteria (+26,7%) e conserve vegetali (+20,7%).
L’Assemblea di Unione Italiana Food ha ratificato la nomina della nuova squadra di presidenza, che guiderà l’associazione nel prossimo quadriennio e avrà il compito di valorizzare e tutelare i prodotti simbolo dell’alimentare italiano. A succedere a Marco Lavazza (Luigi Lavazza SpA) come Presidente di Unione Italiana Food è da oggi Paolo Barilla (Barilla G. e R. Fratelli SpA), al suo secondo mandato. La squadra di vicepresidenza è stata quasi in toto riconfermata con Antonio Casana (Solana SpA), Paolo Casoni (Perfetti Van Melle SpA), Riccardo Felicetti (Pastificio Felicetti SpA) a cui si è aggiunta una nuova nomina, quella di Michele Bauli, dell’omonima azienda.