"È necessaria un’urgente revisione delle scelte legate alle politiche europee che rischiano di aggravare la situazione degli approvvigionamenti e di non garantire sicurezza alimentare. C’è urgenza di lavorare sulla reperibilità dei fertilizzanti": è questo l'ammonimento di Mauro Acciarri, vicepresidente con delega ai cereali di Compag - Federazione Nazionale dei commercianti di prodotti per l’agricoltura, in merito all’aggravarsi dell’emergenza sugli approvvigionamenti delle materie prime.
Compag, la Federazione Nazionale delle rivendite agrarie e dei centri di stoccaggio, che rappresenta un settore il cui fatturato è stimato a circa 3,8 miliardi di euro, non nasconde la seria preoccupazione per la scarsa disponibilità delle materie prime e per l’aumento dei costi energetici. Lo fa per voce del suo vicepresidente Mauro Acciarri, intervenuto al tavolo convocato giovedì scorso dal Sottosegretario Centinaio del Mipaaf per affrontare la situazione emergenziale relativa ai cereali. “Apprezziamo che il Governo abbia voluto ascoltare le nostre istanze. In questa situazione è innanzitutto necessario garantire la sicurezza alimentare per tutti e, pertanto, rivedere le scelte legate alle politiche UE che rischiano di ridurre le zone produttive e la disponibilità di mezzi tecnici, che rappresentano un elemento imprescindibile per garantire la produzione agricola. Le politiche europee, in questo momento storico, dovrebbero incentivare la produzione di materie prime, fondamentali per il nostro fabbisogno”.
La scarsa disponibilità di fertilizzanti, legata alla situazione russa e al forte aumento dei costi energetici, ha comportato anche la chiusura dello stabilimento italiano del principale produttore di urea a livello UE. Le ripercussioni sulla campagna attuale dei cereali saranno importanti, in particolare su grano e mais. Il prezzo dell’urea ha infatti superato i 1000 €/ton proprio in un momento in cui si avrebbe grande necessità di queste materie prime, fondamentali per la produzione alimentare italiana. Solo per i cereali, la cui campagna è attualmente in corso, si stima che la necessità di urea potrà essere di 8-10 milioni di quintali.
La Federeazione propone al Governo di intervenire in emergenza al fine di rimettere in produzione lo stabilimento italiano e prevedere anche dei contributi che rendano accessibile il prezzo dell’urea. Bisogna inoltre riformulare le attuali limitazioni nell’utilizzo di altre forme di fertilizzanti, come, ad esempio, i liquami.