Nel 2015 le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 Sustainable Development Goals (SDGs). Nel complesso, i vari Goals sono articolati in 169 target, da raggiungere entro il 2030. 

Anche per il Pest Management si aprono delle grandissime opportunità nonché la possibilità di giocare un ruolo importante in questa partita.

Tra gli obiettivi di interesse possiamo certamente considerare:

  1. SDG 2 Riduzione della fame: con il contributo delle imprese professionali nella lotta alle perdite di derrate dovute ai parassiti ma anche il contributo alla sicurezza alimentare;
  2. SDG 3 Salute e Benessere: le malattie trasmesse da vettori non possono non vedere tra i protagonisti di Disinfestatori professionali. Applicare le opportune scelte di gestione dei vettori (zanzare, zecche, ecc.) diventa cruciale per la tutela della salute pubblica. Allo stesso tempo, impiegando metodi che impattino sempre meno sulla salute delle persone.
  3. SDG 11 Città e comunità sostenibili: sempre più persone vivono e vivranno nei centri urbani. La città e l’ambito “extra-agricolo” rappresentano lo scenario operativo tipico del disinfestatore.
  4. SDG 13 Cambiamenti climatici: con il cambiamento climatico avviene la rivoluzione delle storicità delle infestazioni, si modificano i cicli vitali degli infestanti e scegliere la giusta strategia di gestione, intervenendo al momento giusto con gli strumenti giusti, diventa fondamentale.
  5. SDG 15 Vita sulla Terra: tutelare la biodiversità, con una forte attenzione all’ambiente e agli animali non bersaglio ed al benessere degli animali target, studiando metodi adeguati e migliorando quanto già disponibile.

La sfida pertanto è globale e riguarda di fatto tutti gli attori del settore, dalle imprese di servizi ai produttori, passando per i consulenti, i formatori, le autorità competenti e gli stessi clienti.

Ma perché “sfida”? Sinonimi di sfida possono essere le parole “competizione”, “duello”, “gara” ma anche “provocazione”.

Ebbene di sfida si tratta non solo per migliorare sensibilmente l’impatto positivo del Pest Management nella società, ma anche per scardinare pregiudizi nell’opinione pubblica e talvolta contrastare anche insane abitudini (tipiche di ogni settore) di rinunciare a pratiche obsolete e tentare, insieme, di andare oltre l’ostacolo. Tra queste azioni, sarebbero certamente positive le sinergie con il mondo della ricerca, dei produttori e dei distributori per innovare e rendere alla portata di tutti nuove strategie, alternative (ma non necessariamente) anche alla chimica.

Alcuni strumenti sono già pronti ed in uso (si veda lo sviluppo della formazione dei professionisti del settore, la sempre maggiore attenzione delle parti interessate verso questo ambito, l’applicazione della norma UNI EN 16636:2015), altri sono in fase di gestazione ed altri ancora saranno da concepire.

Ma di sicuro vi è che il Pest Management italiano è pronto a fare la sua parte.

Francesco Fiorente

Consulente in Pest Management

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