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Il settore agroalimentare, trainante per l’economia del nostro Paese, è in continua e rapida evoluzione e richiede l’esercizio di competenze sempre più elevate e aggiornate per rispondere ai bisogni dei consumatori. È in questo contesto che, come Consiglio dell’ordine, abbiamo individuato alcune linee tematiche da approfondire e sviluppare con l’anno nuovo, per promuovere una cultura alimentare a tutela dei produttori e dei consumatori e a servizio delle Istituzioni.

Nello specifico daremo più spazio ad argomenti come quello della Ristorazione Collettiva che rappresenta un segmento del comparto alimentare cruciale per l’impatto sulla popolazione (bambini, anziani, degenti ospedalieri, consumatori in generale), all’interno del quale l’attività del Tecnologo Alimentare è determinante, per la sua capacità di contribuire a un’adeguata progettazione, conduzione e sorveglianza del servizio, a garanzia dei massimi livelli di qualità e sicurezza alimentare. Un servizio, quello della ristorazione collettiva, che è fondamentale anche per la promozione dei territori e delle loro produzioni, la riduzione dello spreco alimentare e il rafforzamento del ruolo educativo del pasto, volto non soltanto alla consapevolezza delle proprietà nutrizionali, ma anche alla valorizzazione del bagaglio culturale di cui il cibo è espressione diretta.

In quest’ottica riteniamo importante destinare particolare attenzione ai prodotti tipici, un patrimonio di biodiversità alimentare di enorme valore economico e culturale. Se da un lato il Ministero della Sovranità Alimentare è impegnato a valorizzare e tutelare questo patrimonio come modello di riferimento nel nostro Paese e all’estero, dall’altro lato il Tecnologo Alimentare si configura come il naturale garante dell’elevata qualità dei prodotti tipici, affiancando i portatori di interesse nella qualificazione del processo e nell’ottenimento dei riconoscimenti europei. Peraltro, proprio l’evidenza del valore dei prodotti tipici costituisce l’occasione per accendere i riflettori sui progressi tecnologici che ne permettono il costante miglioramento qualitativo, coniugato a un significativo aumento di produzione: troppo spesso la tecnologia, non soltanto applicata al miglioramento delle produzioni tipiche, viene vista con diffidenza al punto da connotare automaticamente in negativo una lavorazione “industriale”, in contrapposizione all’intrinseca genuinità, sicurezza e qualità che altrettanto automaticamente si tende ad attribuire a ciò che si presenta come “artigianale”.

Analizzare il profilo nutrizionale e sensoriale degli alimenti in funzione del processo produttivo, progettare lo stesso processo per ottenere alimenti funzionali al nostro benessere, sono temi per noi di grande interesse, soprattutto in un momento in cui si sta diffondendo una comunicazione confusiva e fortemente orientata sugli alimenti cosiddetti “ultraprocessati”. Anche a questo proposito, fare chiarezza è compito di figure, come quella del Tecnologo, che applicano un approccio scientifico a tutte le problematiche del sistema alimentare. La pasta, come tanti altri alimenti, è solo un esempio di come la tradizione alimentare italiana ha saputo evolversi, portando la produzione a livello industriale e costruendo una nuova tradizione, attraverso l’innovazione dei sistemi produttivi, dei formati, e della ricerca a livello delle materie prime (per esempio multicereali, senza glutine). La comunicazione delle scienze e delle tecnologie alimentari avviene, purtroppo, in ambiti ancora ristretti, e nasce da qui la necessità e l’opportunità di contribuirvi attivamente come esperti della materia, a vantaggio della salute delle Comunità.

Temi come quello dell’etichetta front pack prevista dalla strategia europea Farm to Fork, e in generale le modalità di comunicazione della qualità da parte di chi produce, non possono essere affrontati efficacemente senza il ricorso a competenze fondamentali come quelle del Tecnologo Alimentare. Di qui l’importanza di contribuire alla legiferazione europea, per esempio partecipando attivamente alle consultazioni che influenzano i provvedimenti connessi al diritto alimentare, consapevoli del ruolo della legislazione, europea e italiana, nell’orientare le politiche del cibo.

A integrare gli ambiti di riflessione finora presentati, riteniamo importante integrare il tema della Parità di genere, nell’ottica di diffondere una conoscenza e una cultura funzionali all’effettiva parità di opportunità uomo-donna nel mondo del lavoro, in un particolare in un settore come l’agroalimentare dove le disparità sono più accentuate che altrove. Le industrie alimentari, anche a seguito dell’evoluzione della normativa cogente e volontaria, stanno investendo in questo senso risorse e competenze, e noi professionisti dobbiamo interagire con il settore produttivo per garantire il pari riconoscimento sociale e professionale di tutti i generi.

Considerando poi che il fine ultimo delle nostre attività professionali è quello di aiutare a soddisfare i reali bisogni della popolazione, in un quadro di complessiva sostenibilità, pensiamo che sia importante focalizzare proprio l’evolversi dei bisogni e dei trend di consumo, dedicandovi di volta in volta uno spazio specifico.

Laura Mongiello
Presidente Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari

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