Dalla ricerca Doxa “Gli italiani e la Bresaola della Valtellina IGP” per un connazionale su due la certificazione di qualità è l’elemento più importante nella scelta.
I salumi non solo rappresentano da sempre una componente fondamentale e “tradizionale” dell’alimentazione ma, nell’ultimo anno, hanno visto crescere il loro consumo per 1 italiano su 4, soprattutto persone appartenenti alla Generazione Z, ossia i giovani nati tra il 1997 e il 2012. L’elemento critico che emerge dai dati riguarda le conseguenze dell’inflazione: per colpa del caro prezzi i consumatori sono costretti a orientarsi verso prodotti più economici e meno salutari.
La ricerca, commissionata dal Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 1000 persone tra i 18 e i 74 anni ha confermato l’attenzione per la qualità: nella scelta di un salume, per 1 italiano su 2 la garanzia di una certificazione si piazza al primo posto degli elementi più importanti, a cui fa seguito la tipicità per 1 italiano su 4. Seguono a pari merito la leggerezza e la praticità.
Il ruolo della Bresaola della Valtellina IGP
È conosciuta e amata perché è pratica, leggera e ricca di proteine nobili, eppure, la Bresaola della Valtellina IGP, salume tipico e certificato, perde terreno rispetto a qualche anno fa, passando dal terzo al quinto posto tra i salumi preferiti dopo prosciutto (crudo e cotto), salame e mortadella e registrando una flessione nei consumi (-14% solo nel marzo 2023, ma ormai da mesi si parla di perdita a due cifre). La ragione principale di questa riduzione dei consumi è legata al prezzo: 1 italiano su 2 afferma che il salume tipico certificato oggi costa troppo per le proprie disponibilità economiche, soprattutto a confronto con altri salumi, decidendo di orientarsi verso altri prodotti e insaccati come il prosciutto crudo (43%), il prosciutto cotto (39%) la mortadella (26%) e il salame (20%).
Eppure non è cambiata la percezione positiva del prodotto. La Bresaola della Valtellina IGP conserva, e forse accresce, il proprio fascino: tra i motivi del consumo, a pari merito si piazzano proprio la praticità/velocità di preparazione (51%) e il suo essere leggera e proteica con un buon rapporto qualità/quantità proteine/prezzo (50%) a cui fa seguito il suo essere sinonimo dell’eccellenza Made in Italy, garantita da una certificazione IGP (37%). Interrogati sui plus nutrizionali della Bresaola, in generale gli italiani sono molto bene informati: più di 1 italiano su 2 riconosce che la Bresaola della Valtellina IGP è una ricca combinazione di proteine nobili, vitamine e minerali che la rendono ideale prima e dopo l’attività fisica (54%).
L’importanza della certificazione
Sono ben 8 italiani su 10 coloro che scelgono quella certificata. Tra i motivi di questa scelta, per il 53% c’è proprio la garanzia della certificazione IGP, a cui fa seguito con il 48% la qualità della materia prima (solo carni selezionate e di prima scelta) e la garanzia di sicurezza fatta di controlli a tutti i livelli (43%). Oggi la Bresaola della Valtellina IGP è il salume preferito per 3 italiani su 10 (30%) soprattutto per i Millennials (35%) e interrogati sulla frequenza di consumo della Bresaola della Valtellina IGP, più della metà degli italiani (53%) la mangia almeno una volta alla settimana (tra questi, 2 su 5 la mangiano più volte a settimana). Mentre quasi 1 italiano su 2 (47%) la consuma meno di una volta a settimana.
“Sono calati i consumi ma l’immagine della Bresaola della Valtellina IGP resta alta - commenta Mario Francesco Moro, presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina. C’è dunque da sperare che nei prossimi mesi la tendenza possa essere invertita, proprio perché il passaggio a prodotti percepiti come meno salutari, alla lunga, può diventare un problema per il consumatore. Lo diciamo da mesi: spendere qualcosa in più per un prodotto di qualità diventa una scelta vincente, anche se complessa per l’economia familiare".