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Secondo i dati sull’andamento del mercato dei salumi e sulle dinamiche che legano GDO e industrie del settore, le aziende produttrici stanno attraversando questo periodo di forte tensione con risultati diversi nel caso siano grandi o medio-piccole. L’incidenza dei costi delle materie prime è simile per grandi e piccole imprese, ma le prime riescono a coprire meglio i costi fissi ottenendo maggiori profitti (anche quando messi in relazione con i fatturati).

Questo ha permesso alle grandi aziende di assorbire i rincari e crescere significativamente anche nel 2021, mentre le piccole aziende hanno mantenuto un profitto stabile. Queste dinamiche sono anche rafforzate dal maggiore peso contrattuale che le grandi imprese possono esercitare nei rapporti con le banche, ottenendo prestiti a interessi minori. Nel corso di un webinar tenutosi martedì 6 settembre, CIBUS e GDO news hanno presentato un’interessante fotografia del settore.

Nella Grande Distribuzione si rafforza il ruolo del discount, che guadagna quote di mercato anche grazie alla preoccupazione dei consumatori rispetto all’aumento generalizzato dei prezzi. Tuttavia, il differenziale tra supermercato e discount si è ridotto da inizio 2022: rispetto ai supermercati, nei discount i prezzi sono aumentati in modo più rapido e l’attività promozionale è rallentata maggiormente.

Per i  consumi è stato delineato un andamento abbastanza positivo. Il Peso Imposto continua la sua crescita, anche se rallentata, guidata dagli affettati e dagli snack, ma registrano aumenti anche le altre categorie, nonostante prezzi medi elevati. Il Peso Variabile mantiene il trend in aumento soprattutto per salame, mortadella e crudo, grazie anche ai prezzi inferiori rispetto al Peso Imposto.  

Anche l’export mantiene un trend positivo, in recupero dopo i blocchi causati dal Covid. È ancora molto forte l'attrattiva dei prodotti Made in Italy, confermata dalla domanda sostenuta per prodotti DOP e IGP, nonostante i prezzi superiori rispetto ad altri prodotti. Una nota negativa è data, però, dal fatto che non tutti i Paesi sono sensibili all’aumento dei costi energetici e, dove questi sono poco significativi, difficilmente concedono aumenti di prezzo.

È stato, inoltre, approfondito il tema caldo dei costi energetici. Le analisi riportate hanno indicato che, nel 2021, questa voce è cresciuta del 31% nel bilancio delle aziende che producono salumi. Nel 2022, questa voce dovrebbe aumentare ulteriormente. Tra i possibili interventi governativi per attutire l’impatto dei maggiori prezzi c’è la modifica della modalità di formazione del prezzo dell’energia elettrica. Al momento, tale prezzo è formato sulla base del prezzo maggiore delle fonti energetiche (ora il Gas Naturale). Lo sganciamento dei due prezzi, quindi, porterebbe ad una riduzione dei costi energetici.

 

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