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In occasione dell’Assemblea Annuale del Consorzio sono stati diffusi i dati di produzione, export e consumi e si è fatto il punto sulle attività del gruppo che rappresenta 38 soci. Buoni risultati come sempre anche dall’estero dove viene confermata la scelta di puntare su qualità, territorialità e certificazioni.

Lo scorso anno la produzione di Gorgonzola DOP ha raggiunto 5.178.975 forme con una crescita del 2,59%, pari a 130.664 forme in più rispetto al 2022. Rispetto al 2021, invece, la produzione è leggermente calata (-1.54%, pari a 79.853 forme in meno. Il 2024 promette bene: nei primi quattro mesi la produzione è stata di 1.775.190 forme, con un aumento dello 0,86% rispetto al 2023 e dell’8,18% rispetto al 2022.

Nella distribuzione regionale, nel 2023 il Piemonte ha segnato +3,58% per un totale di 3.757.088 forme prodotte, mentre la Lombardia ha consolidato il dato dell’anno precedente con 1.421.887 forme (+0,07%). Leggera flessione per la tipologia piccante (-2,47%, 617.039 forme) che copre l’11,86% della produzione totale. La tipologia BIO raggiunge quota 50.257 forme (pari allo 0,97% della produzione totale) e cresce del 19,02% recuperando così il terreno perso nel 2022.

Sul fronte dei consumi, lo scorso anno per il Gorgonzola si è chiuso con una negatività ed è stata la tipologia piccante a perdere percentualmente più volumi con quasi 400.000 acquirenti in meno e un acquisto medio in calo (fonte gfk). Sopra la media gli acquirenti del Nord, soprattutto Nord- Ovest, dove si registrano anche le maggiori quantità acquistate. Le famiglie di classe socio-economica alta o medio-alta, con 2 componenti e con RA (responsabile acquisto) > di 55 anni e senza bambini, sono quelle che mostrano la maggiore concentrazione e i più alti livelli di acquisto medio.

Nei canali d’acquisto il Supermercato registra i valori più elevati, sia in termini di volumi (55,2%) che a valore (55,5%). Segue il discount (vol. 19,5%; val. 17,3%), mentre è meno apprezzato dai consumatori di Gorgonzola Dop il “tradizionale specializzato” che tuttavia consolida la sua posizione all’1,5% del valore.

L’export

La qualità del prodotto, la certificazione e il legame col territorio sono tutti elementi che hanno permesso al Gorgonzola DOP di raggiunger grandi traguardi anche all’estero, in tutti i principali mercati internazionali.
Nel 2023 l’export di Gorgonzola è cresciuto dell’1,1%, per un totale di 24.982 tons esportate di cui 21.422 intra-UE (+0,8%) e le restanti 3.559 extra-EU (+2,9%). In dettaglio, Germania e Francia, con oltre 11k tons, rappresentano il 44,6% delle esportazioni totali restando sostanzialmente stabili rispetto al 2022 (Francia -0,41%; Germania -1,4%). Menzione d’onore per Giappone (533.781 kg, +15,76%) e Polonia (1.216.583 kg, +14,94%).
In totale, sono 90 gli Stati nel mondo dove si consuma il Gorgonzola con una copertura di quasi il 50% del pianeta. Anche nel 2024 l’export cresce: del 6,1% all’interno dell’UE e del 16% nel resto del mondo (dati Clal aggiornati a febbraio 2024).

La soddisfazione del Presidente

Il tema scelto per l’Assemblea di quest’anno è stato “Gusto senza fine. Il Gorgonzola DOP al centro del mangiare bene”, ovvero come questo prodotto, così amato in Italia e all’estero, venga declinato e percepito nei principali contesti di consumo: in casa, al ristorante, nello street food e sui social. A confrontarsi sull’argomento il Consorzio ha chiamato Enrico Bartolini, chef da 13 stelle Michelin, il pizzaiolo Davide Civitiello che dopo otto anni nel 2013 ha riportato il prestigioso Trofeo Caputo nelle mani di un napoletano, Rafael Nistor, chef e food creator da 8 milioni e mezzo di follower su TikTok e, infine, la nutrizionista e conduttrice TV Samantha Biale in questo caso anche nelle vesti di moderatrice.

 

da sin Chiara Gelimini rafael Nistor Enrico bartolini Antonio Auricchio Samantha Biale davide Civitiello Fabio Leonardi

Particolarmente soddisfatto dei risultati il Presidente Antonio Auricchio che ha dichiarato: “Il Gorgonzola DOP è uno dei nostri portabandiera nel mondo e oggi, grazie alla riforma europea, il Consorzio ha strumenti più efficaci per difenderlo”. Rispetto ai numeri e al trend, ha spiegato: “Il settore caseario italiano ha dimostrato una resilienza e una stabilità straordinarie in un contesto economico globalmente molto difficile. L’incremento dei costi delle materie prime e l’inflazione, che si ripercuote su chi produce e su chi acquista, è una delle principali sfide che stiamo affrontando con strategie mirate per contenere i costi senza compromettere la qualità del prodotto finale. Un punto su cui non transigo perché quello che ci differenzia dalle imitazioni è proprio l’altissima qualità e la sicurezza dei nostri prodotti certificati. Su questo non dobbiamo fare mai neanche il più piccolo passo indietro”.

Tra i progetti su cui il Consorzio punta c’è una novità: “Quest’anno puntiamo molto sui ristoratori e, per questo, come AFIDOP abbiamo sottoscritto insieme a FIPE (la Federazione Italiana Pubblici Esercizi) le linee guida per una corretta valorizzazione dei formaggi certificati all’interno dei menu. Le linee guida sono a disposizione di tutti i ristoratori con consigli di servizio, caratteristiche organolettiche e storia dei prodotti caseari italiani DOP e IGP”.

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