Oggi l’unico modo per rafforzare il sistema di questi prodotti è quello di puntare sugli elementi distintivi che li caratterizzano. Ne abbiamo parlato con Antonio Auricchio, Presidente di  AFIDOP – Associazione Formaggi Italiani DOP e IGP.

Con i suoi 55 formaggi, quella dei prodotti caseari è la principale categoria di prodotti DOP e IGP in termini di volume d’affari, con un valore alla produzione che sfiora i 4 miliardi di euro per un’incidenza del 60% sul totale del comparto food certificato. Quali ritiene siano le priorità per l’Associazione che rappresenta?

La priorità numero uno è quella di diffondere il più possibile nel mondo la conoscenza dei nostri formaggi DOP e IGP. Il mercato italiano da solo non può assorbire i volumi prodotti. I dati sono incontrovertibili: stiamo parlando di un vero e proprio patrimonio. Dobbiamo quindi fare di tutto per spiegare al mondo di che cosa è costituita questa nostra ricchezza; dobbiamo far conoscere tutti i nostri prodotti a indicazione di origine, le loro caratteristiche e peculiarità, la loro tradizione e la loro storia, i loro utilizzi e le loro produzioni. All’estero conoscono solo i formaggi più famosi; con il tempo stanno imparando a conoscerne di nuovi, ma molti sono ancora quelli che bisogna promuovere fuori dai confini italiani. Così come molti sono ancora i mercati da espandere o quelli nuovi sui quali puntare. In quest’ottica, AFIDOP continuerà a supportare la promozione e la valorizzazione dei formaggi italiani DOP e IGP, favorendo la partecipazione collettiva dei Consorzi di Tutela alle più importanti fiere internazionali di settore e aderendo alle attività di promozione che meglio risaltano l’eccellenza delle nostre eccellenze.

L’Italia ha confini troppo stretti per le sue eccellenze casearie e l’export è una via tracciata ormai da lungo tempo, ma con sfide sempre nuove. Quali sono quelle più importanti per i formaggi DOP?

Sebbene sia un convinto sostenitore delle cucine locali e del fatto che ci siano ancora molti margini di manovra nella promozione nazionale, bisogna insistere sulla promozione dei nostri prodotti all’estero, ma anche sulla tutela e sul corretto riconoscimento dei formaggi DOP e IGP. A livello comunitario, dove il terreno di gioco è comune e condiviso, è necessaria una maggiore integrazione e cooperazione tra i sistemi di controllo e di vigilanza. Una tutela certa ed estesa delle denominazioni di origine non può che rafforzare l’intero sistema dei prodotti DOP e IGP a livello europeo e – a cascata – anche nei Paesi extra-europei. Serve un sistema riconosciuto come garanzia di prodotti buoni, di qualità, sicuri e autentici. Un sistema utile sia nella lotta all’Italian Sounding e alle imitazioni delle nostre eccellenze che come strumento di valorizzazione dei prodotti stessi e dei loro territori di provenienza. 

 

Vincenzo Bozzetti

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