Controllo della qualità dei prodotti e della corretta esecuzione dei processi da parte degli attori lungo tutta la supply chain. Tracciare autenticità e provenienza dei prodotti, a tutela del Made in Italy in funzione anticontraffazione e per la sicurezza di utenti finali e consumatori.
Esiste una tecnologia innovativa che può consentire alle filiere di produzione e ai fornitori di servizi di coprire tutte queste funzioni, e il suo nome è blockchain.
Tecnologia blockchain: di cosa si tratta?
“Possiamo considerare la blockchain come un registro distribuito in continua crescita, che mantiene un record permanente di tutte le transazioni che hanno avuto luogo, in modo sicuro, cronologico e immutabile. Risulta quindi semplice comprendere come questa tecnologia possa portare enormi vantaggi in termini di trasparenza e sicurezza delle informazioni a tutti i progetti di tracciabilità di beni, prodotti e servizi. Per sua stessa natura infatti la blockchain rappresenterebbe il miglior strumento possibile per tracciare in modo assolutamente certo una qualunque transazione, sia essa di natura economica che relativa alla trasformazione e/o spostamento di un prodotto.
Blockchain nell’agroalimentare: quali scenari si aprono?
Si registra già un’accelerazione dell’adozione nel settore agroalimentare di progetti basati su blockchain, una crescita di data analytics e IoT. La possibilità di documentare tutte le relazioni commerciali che portano alla transazione finale con il consumatore comporta che ogni prodotto può essere monitorato in tempo reale dalla fattoria alla tavola. Ciò favorisce la tutela del consumatore, con conseguenti vantaggi economici per le società coinvolte. Chiaramente, la catena alimentare globale è complessa: comprende agricoltori, logistica, compagnie di trasporti, distributori e venditori al dettaglio. La tracciabilità e la rintracciabilità sono oggi obbligatorie per legge, ma il sistema di tracciabilità che si va sviluppando da parte delle aziende va ben oltre gli obblighi di legge e sembra assicurare un controllo più rigoroso”.
Che requisiti di base richiede l’implementazione di un progetto di blockchain?
L’implementazione della blockchain, così come qualsiasi altro sistema di tracciatura, ha inizio dai ‘valori’ che devono essere acquisiti e memorizzati. Dati intrinseci che spesso devono essere estrapolati e resi disponibili a livello utente. Il primo requisito è quindi che tale dato sia disponibile a ‘livello applicazione’. Qualora non sia disponibile è necessario introdurre tecnologie (anche hardware) che ne consentano l’estrapolazione in modo valido e congruo. Una volta che il dato è disponibile, è opportuno combinarlo con uno stato di validità del sistema che dipende dalla reale efficienza del sistema di tracciatura nell’unità di tempo. Come secondo requisito è importante capire se il prodotto che stiamo tracciando deve essere anche controllato in posizione e spostamento, in questo caso anche le stesse informazioni di vettore e posizioni diventano fondamentali per la tracciatura.
Quali sono le principali difficoltà legate all’adozione e diffusione della blockchain?
Le difficoltà si possono riassumere in problematiche tecniche e sostenibilità economica. Un completo processo di tracciatura, a prescindere dalla blockchain, richiede l’acquisizione di valori che spesso provengono dalla catena di produzione, dati che non è detto che siano disponibili e che devono essere acquisiti, memorizzati e validati. Nella tracciabilità dei cibi lavorati, ad esempio formaggio e vino, per avere una tracciatura completa è necessario partire dai conferitori delle materie prime. Molto spesso raggruppare questi dati è tecnicamente complesso, e la mancanza di essi rende la tracciatura poco utile per l’utilizzatore finale. Per ovviare a questo problema sono spesso necessari interventi che hanno costi importanti sia in termini di tempo sia di investimento, interventi che riguardano non sono i produttori ma anche le aziende ad essi collegati: conferitori, vettori e distributori.
Marco Zambelli