Ismea ha diffuso le ultime tendenze sul fronte dell’olio di oliva con un focus sulle previsioni di produzione. Per quanto riguarda il contesto internazionale il rapporto segnala che le prime stime produttive sulla campagna 2024/25 indicano un aumento dei volumi mondiali rispetto ai 2,5 milioni di tonnellate dello scorso anno.

La stima precisa parla di 3,1 milioni di tonnellate, il che collocherebbe i volumi della campagna 2024/25 in linea con la media delle sei campagne precedenti, anche se i numeri risentono della scarsità delle ultime due. Tutti i principali paesi competitor, con la Spagna in testa, mostrano segnali di recupero a parte proprio l'Italia.

I dati in controtendenza del nostro Paese vengono fatti dipendere dai problemi legati alla siccità che esasperano gli effetti della naturale alternanza produttiva. Pur essendo ancora le prime stime, passibili quindi di aggiornamento e affinamento man mano che ci saranno informazioni sulle frangiture e quindi sulle rese, le 224 mila tonnellate (valore centrale di una forbice che va da un minimo di 215 mila tonnellate a un massimo di 235 mila tonnellate) collocano attualmente l'Italia addirittura al quinto posto nel ranking mondiale.

Rispetto ai prezzi, da gennaio a settembre 2024 i prezzi medi dell'Evo sono cresciuti di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo del 2023 sia in Italia che in Spagna. Questo aumento si aggiunge a quello già importante del 2023, quando in tutti i principali paesi competitor i listini avevano raggiunto livelli record. Con la fine dell'estate si sono cominciati a registrare ribassi generalizzati, soprattutto a seguito delle stime ottimistiche sulla produzione spagnola.

Gli effetti degli alti listini internazionali sono facilmente riscontrabili anche nelle informazioni sul commercio estero dell'Italia. Nei primi sei mesi del 2024, infatti, l'export italiano è cresciuto del 7% in volume a fronte di un +63 in valore che ha superato 1,6 miliardi di euro. Di contro, le importazioni in quantità sono scese del 16% con una spesa, arrivata a quasi a 1,7 miliardi di euro, in aumento del 33%.

Il rapporto Ismea è liberamente disponibile a questo link

 

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