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Prudenti e attenti nelle loro scelte, costretti al risparmio a causa di retribuzioni che scontentano il 75% degli italiani, i nostri connazionali riducono molte spese ma non quelle dedicate al cibo. Il 21% aumenterà la sua spesa contro il 10% che intende diminuirla e sono sempre più le persone che senza rinunciare alla tradizione, vanno alla ricerca di nuovi di nuovi stili alimentari.

Il “Rapporto Coop 2024 – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” è stato redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop) con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto d’analisi di NielsenIQ e i contributi originali di Circana, GS1-Osservatorio Immagino, CSO Servizi, GfK, Mediobanca Ufficio Studi, Campo Ricerca-Scomodo. Tra le novità, il fatto che il Rapporto per alcune sue parti si sia avvalso dell’ausilio dei nuovi programmi di intelligenza artificiale generativa, tra cui Chat Gpt, Bard e Midjourney.

Il rapporto. che come sempre mette al centro il rapporto deli italiani con il cibo, parla di “mondo al bivio”, in cui dominano preoccupazioni per ragioni molto importanti, dalle tensioni internazionali (a cui pensa un italiano su 3), e il cambiamento climatico: il 55% dei manager intervistati ne teme gli effetti, mentre il 37% degli intervistati vede tra i principali rischi del surriscaldamento del Pianeta anche la difficoltà di approvvigionamento di materie prime.

A livello economico, l’Italia rivela una sorprendente capacità di resilienza e non è più l’ultima d’Europa anche se in un contesto continentale certo non brillante. +0,9% la previsione Pil Ue a fine 2024 a fronte di una previsione pari a +0,7% del Pil del nostro Paese, mentre il 61% dei manager intervistati dichiara il suo ottimismo su una crescita economica dell’Italia superiore o in linea con la media europea nei prossimi anni.

Rispetto ai sentiment generali che animano i nostri connazionali, il rapporto Coop parla di un “Paese inquieto”, in cui si riduce la quota di chi guarda con fiducia al futuro (scende di 4 punti in due anni) e aumenta chi teme il futuro (+ 11 punti percentuali 2024 su 2022).

Difficoltà economiche e di reddito

Una inquietudine di fondo generata anche dal fatto che la maggioranza degli italiani (il 55%) è alle prese con una vita ben diversa dalle proprie aspettative di partenza molto spesso in senso peggiorativo (44% del campione). Se è vero infatti che il potere di acquisto nel nostro Paese ha recuperato i livelli pre-pandemia e che oggi più di ieri sono diminuiti gli italiani che hanno vissuto situazioni di disagio profondo (l’ammettevano 20 milioni di persone nel 2022 rispetto ai 12 milioni di oggi) e che le famiglie in difficoltà ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro passano dal 45% del 2023 al 33%, restano comunque ampie le difficoltà sociali del Paese.

E questa faticosa tenuta è avvenuta con sacrifici, innanzitutto con l’overworking, ossia aumentando le ore lavorate per difendere il loro tenore di vita; già nel 2023 per ottenere redditi reali di poco superiori a quelli di 5 anni fa sono stati costretti a un surplus di ore lavorate (un miliardo e mezzo di ore in più).

overworking

Inoltre, sono molto ampie le differenze tra i settori economici. Ad esempio, i redditi per occupato dei lavoratori della sanità sono calati dell’8,5%, quelli dell’istruzione dell’11,2% mentre per altri come il settore costruzioni o l’ambito immobiliare i redditi sono cresciuti rispettivamente del 4,6% e del 6,4%. Non stupisce che il 75% degli intervistati non esiti a dichiararsi insoddisfatto in primo luogo della propria retribuzione.

I consumi tornano, in termini reali, ai livelli pre-pandemia (+0,3% nel 2023 rispetto al 2019), ma più che in passato sono ostaggio delle spese obbligate che limitano di molto gli spazi discrezionali delle famiglie. Il criterio del risparmio guida la scelta negli acquisti (lo dice il 75% del campione).

Risparmio

Alimentazione sana e sostenibile

Rispetto al cibo, dopo gli anni difficili dell’impennata dei prezzi, che aveva messo in profonda difficoltà gli acquisti degli italiani e la loro stessa identità alimentare, nel 2024 l’inflazione si azzera e i volumi del largo consumo tornano dopo quattro anni in positivo (+0,9% nel primo semestre 2024 rispetto al 2023). Il cibo rimane, anche nelle previsioni, l’unico comparto in cui tagliare la spesa è una opzione solo per una ristretta minoranza degli italiani; il 21% del campione dichiara che aumenterà la sua spesa contro il 10% che intende diminuirla.

Pur nel solco della tradizione, molti italiani vanno alla scoperta di nuovi stili alimentari; più esploratori che custodi. Se un italiano su 3 (34%) infatti privilegia ancora la dieta mediterranea, si affermano le diete ricche di proteine non animali ovviamente, con l’iperproteico (7% dei consumatori, +2%) sul 2023, e tutti quegli stili attenti al peso forma; quindi, crescono il fit sport (6%, +2%) e il digiuno intermittente (7%, +3%). Prevalgono gli stili orientati al benessere e alla sostenibilità. E sempre gli italiani sono anche gli unici, almeno a parole, a dirsi disposti a pagare di più per avere prodotti salutari.

food explorer

Il rapporto Coop sottolinea come sempre di più la scelta del cibo passa dalla testa piuttosto che dalla pancia. La riscossa salutistica riguarda ovviamente anche il biologico ritornato dopo anni di appannamento tra i desiderata degli italiani: sono 24,8 milioni le famiglie già acquirenti con una penetrazione del 96,6% e 9,6 milioni gli italiani che nei prossimi mesi ne aumenteranno l’acquisto.

Per approfondimenti: https://italiani.coop/rapporto-coop-2024-anteprima-digitale/

Le ricerche

I risultati hanno messo insieme i frutti di due diverse survey ("Idee di futuro" e “Looking Forward”) condotte ad agosto coinvolgendo la prima 1.000 italiani rappresentativi della popolazione over 18 (18-65 anni), la seconda invece un panel della community del sito di italiani.coop oltre a 1.000 opinion leader e market maker fruitori delle passate edizioni del Rapporto tra cui 540 ruoli apicali (amministratori delegati e direttori, imprenditori, liberi professionisti e consulenti) in grado di anticipare più di altri le tendenze future del Paese.

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