I consumatori sono favorevoli a una transizione eco friendly, ma la maggior parte di essi non è disposta a spendere di più per un prodotto sostenibile.
Come è emerso durante “Verso Cop 26. Il contributo della filiera agroalimentare agli obiettivi di neutralità climatica”, incontro organizzato a Bologna dall’Osservatorio Sostenibilità di Nomisma insieme con il ministero della Transizione ecologica, il 54% dei consumatori non ha intezione di spendere di più per un prodotto che rispetti i criteri di sostenibilità.
Anche per questo motivo, solamente una impresa su 4 del settore manifatturiero ha in programma, nel triennio 2021-23, investimenti in prodotti e tecnologie green. I ricavi derivanti da questi investimenti sono infatti molto incerti, a fronte di costi non indifferenti.
Gli investimenti green passano anche e soprattutto dal packaging; nell'ambito dell'incontro svoltosi a Bologna, si è espresso tra gli altri Giampiero Calzolari, Presidente di Granarolo, che ha ribadito come la plastica nel packaging non sia un capriccio dell'industria. Questo materiale ha finora offerto le maggiori garanzie in termini di sicurezza alimentare, e il processo di sostituzione con la carta deve essere affrontato gradualmente.
Marco Pedroni, presidente di Coop Italia e dell’Associazione distribuzione moderna, sostiene che, quando si parla di sostenibilità, bisogna fare attenzione ai luoghi comuni; è giusto cercare di ridurre imballaggi e packaging, ma, ad esempio, portare l’ortofrutta sfusa sui banchi della grande distribuzione comporta maggiori sforzi in termini di logistica e di refrigerazione, con un maggiore impatto ambientale in termini di emissioni. Per poter innovare, è fondamentale coinvolgere il più possibile il mondo produttivo e della trasformazione.
Fonte: Il Sole 24 Ore