IFS ha messo a disposizione una ricca e completa linea guida (“IFS Pest Control Guideline version 2”) allo scopo di fornire ai siti certificati IFS uno strumento utile sia per comprendere al meglio i requisiti dello standard, sia per informare sugli attuali sviluppi e orientamenti del settore del pest management

La linea guida non è un documento normativo e la sua implementazione non è obbligatoria, anche considerando che le attività di pest control in senso lato sono soggette a regolamentazioni differenti nei vari Paesi e di questo è necessario tenerne conto.

L’impatto ambientale

La linea guida considera una serie di modifiche di contesto internazionale, dal punto di vista normativo, economico, della sostenibilità e della digitalizzazione/tecnologia, che coinvolgono naturalmente anche il settore agroalimentare e del pest management; tra questi il “Green Deal” dell’Unione Europea che spinge in maniera significativa il settore industriale a essere più sostenibile anche dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Tali sviluppi coinvolgono anche il tema del pest management, dapprima nel “campo” (difesa integrata e biologica), ma successivamente anche negli ambienti delle industrie alimentari.
Da un lato, vi è la sfida dell’efficacia dei trattamenti e dei controlli necessari; d’altro canto, la necessità di prevenire e ridurre tutti i rischi ambientali, anche attraverso nuove tecniche, maggiormente sostenibili e sicure, considerando anche gli strumenti digitali ormai disponibili.
Tutti questi elementi, spingono in maniera netta verso la direzione dell’IPM (Integrated Pest Management), ovvero della gestione integrata degli infestanti.

La linea guida riporta numerosi esempi di gestione dei roditori, sebbene il documento sia riferibile alla gestione di tutti gli infestanti di interesse per l’industria alimentare; nella sua stesura, essa ha avuto anche il fattivo contributo di una società tedesca specializzata in sistemi digitali per la lotta ai roditori, nonché il contributo italiano di ANID (Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione).

IPM, strategia ottimale

Pest Control Guideline 2022 contrattoScopo del presente contributo è quello di fornire una panoramica esemplificativa e non esaustiva sui contenuti del documento. Dopo una breve capitolo introduttivo, la linea guida affronta le novità del settore, occupandosi di IPM, con una panoramica dei nuovi elementi che incoraggiano questo approccio, per raggiungere obiettivi di sostenibilità ed efficienza. Sebbene venga chiaramente ricordato che l’IPM non sia una novità assoluta, esso viene comunque definito quale strategia ottimale per gestire gli infestanti utilizzando un’ampia varietà di metodi di controllo che tendono a ridurre l’utilizzo dei pesticidi. In sostanza l‘IPM è chiamato a identificare le fonti dell’infestazione e le condizioni che possono contribuire allo sviluppo della stessa, a monitorare l’attività degli infestanti e a focalizzare le attività di controllo alle fonti dell’infestazione. Alla base della piramide dell’IPM, sono presenti tutte le pratiche e le misure preventive e culturali, seguite dall’applicazione di metodi fisico-meccanici, metodi di controllo biologico seguiti, infine, dall’uso dei biocidi (pesticidi in senso lato).
L’uso dei pesticidi dovrebbe essere ridotto ai casi strettamente necessari e devono essere applicati secondo le condizioni di etichetta. Qualora i prodotti chimici siano applicati con regolarità la linea guida richiede che il piano di azione sia revisionato o comunque rivalutato, al fine di individuando metodi meno impattanti. I pesticidi devono essere sempre impiegati attuando tutte le misure di mitigazione dei rischi disponibili.
Naturalmente, l’applicazione delle tecniche IPM può avvenire con successo solo tramite una forte cooperazione fra l’impresa alimentare e il fornitore esterno di servizi, in quanto tutta una serie di aspetti gestionali e strutturali sono certamente in carico al sito.

Uso sostenibile dei pesticidi

Questo approccio è calato perfettamente nel contesto più ampio dettato dal “Green Deal” europeo e della strategia “Farm to Fork” che ne è parte integrante, con lo scopo di stabilire sistemi alimentari sostenibili per persone sane, società sane e un pianeta sano.
L’uso sostenibile dei pesticidi, quindi, rappresenta un punto cardine anche supportato dai recenti sistemi digitali di monitoraggio (24/7) e controllo disponibili sul mercato, che possono contribuire a razionalizzare gli interventi con pesticidi (in particolar modo dei rodenticidi: tali metodologie sono per lo più orientate al controllo dei roditori).
Nel capitolo sono forniti numerosi esempi di misure di controllo “culturali/gestionali” e quindi non invasive (per es. posatoi per uccelli rapaci predatori di roditori, installazione di reti anti-insetto alle finestre, gestione degli scarichi fognari, etc.), di tipo fisico-meccanico con trappole, di tipo biologico (impiego di insetti antagonisti “utili” per la gestione di alcuni parassiti delle derrate), etc.
In questo contesto, l’applicazione delle GHP e delle GMP è naturalmente cruciale e anche a esse viene dato ampio spazio.

A proposito dei rodenticidi, un’ampia parte del capitolo descrive i biocidi e l’uso sostenibile dei rodenticidi, non destinati a un uso permanente e alle tecniche alternative o complementari disponibili sul mercato.
A tale riguardo, viene incoraggiato fortemente l’uso di strumenti digitali, compreso l’uso di fototrappole. Tra i vari spunti di interesse si cita una considerazione: secondo gli esperti, oltre l’80% di tutte le postazioni che vengono controllate sono regolarmente nelle stesse condizioni della visita precedente. Con le telecamere IoT supportate dall’Intelligenza Artificiale, questi controlli di routine potrebbero essere evitati e il tempo a disposizione potrebbe essere impiegato per un maggiore supporto al cliente. Inoltre, i riscontri digitali possono dare modo di intervenire più rapidamente e in maniera più efficace.

L’approccio integrato e sostenibile agli infestanti dovrebbe essere documentato e oggetto di miglioramento continuo.

Come implementare l’approccio integrato

Il capitolo successivo fornisce, infine, un approccio raccomandato per implementare l’approccio integrato in funzione dei requisiti di IFS.

Il documento prosegue facendo diretti riferimenti ai requisiti della versione Food versione 7, con spiegazioni e interpretazioni degli stessi.
Per ogni requisito è quindi disponibile un chiaro commento esplicativo e sono riportate situazioni riscontrabili durante gli audit, con quesiti specifici che potrebbero essere posti in tale sede, indicando cosa potrebbe essere valutato, corredato da esempi di Non conformità di tipo maggiore.

A tal riguardo, a titolo esemplificativo, possono generare questa tipologia di rilievi i seguenti riscontri:

  • assenza di gestione degli infestanti;
  • aperture nelle pareti che possono facilmente consentire l’accesso degli infestanti;
  • contaminazione del prodotto alimentare a cause di esche non tenute sotto controllo;
  • messa a rischio della sicurezza di un prodotto dovuto all’uso scorretto o improprio dei prodotti chimici;
  • presenza di un’infestazione in corso e non gestita;
  • mancanza di formazione della persona interna all’impresa alimentare designata per la supervisione delle attività di pest control;
  • assenza di evidenza di svolgimento di controlli e ispezioni periodiche;
  • assenza di documentazione relativa all’implementazione di azioni correttive (potrebbe generare un KO);
  • posizionamento di trappole, comprese le lampade UV, in modo da mettere a rischio il prodotto esposto;
  • rimozione non tempestiva dei roditori catturati dalle trappole;
  • assenza di controlli in ingresso alla merce e conseguente diffusione di un’infestazione;
  • assenza di una valutazione periodica del trend, soprattutto in caso di infestazioni persistenti o che indicano dei peggioramenti significativi e necessità di azioni urgenti.

Sono inoltre ripresi gli ulteriori requisiti di IFS FOOD Versione 7 distribuiti in altri paragrafi dello standard che riguardano la gestione degli infestanti (gestione dei veicoli, delle finestre, delle porte e dei portoni, delle aree di carico/scarico).

GLI ALLEGATI

Analisi e valutazione dei rischi

A seguire, la linea guida mette a disposizione una serie di allegati, anch’essi molto utili per la comprensione e l’attuazione degli standard.
Pest Control Guideline 2022 lavoratoreInfatti, l’allegato 1, riporta una sintetica rassegna sui requisiti relativi alla gestione degli infestanti disponibili negli altri standard IFS, indicando che i principi descritti nella linea guida del 2022 sono di fatto applicabili a tutti gli standard. L’“Annex 2” è dedicato all’analisi dei pericoli e alla valutazione dei rischi specifiche per ciascun sito. Si ricorda che tutte le misure di pest control devono essere basate su tale attività preliminare di valutazione, considerando l’ubicazione degli edifici e del sito, le misure preventive in essere, i mezzi di controllo disponibili attraverso l’applicazione dell’IPM, le tipologie di infestanti di interesse, il monitoraggio e la documentazione (anche digitale). Tra i passaggi cruciali di questo allegato vi è la forte spinta alla cooperazione tra l’impresa alimentare e il fornitore esterno di servizi di pest management nell’elaborazione di tali documenti e nella gestione di tali attività.
La linea guida afferma che entrambe le parti debbano svolgere una valutazione dei rischi, ciascuno per gli aspetti di propria competenza, che possono impattare sulle attività complessive di gestione degli infestanti.
Sono forniti esempi di valutazione dei rischi, impiegando le matrici di probabilità/gravità e conseguente calcolo del rischio e relative misure di gestione, anche mediante rappresentazioni grafiche in planimetria. La linea guida incoraggia a definire per ogni area del sito una definizione specifica, le frequenze di intervento, gli specifici infestanti di riferimento, le tipologie di dispositivi da impiegare e le rispettive quantità dislocate nel sito.

Tra gli altri e numerosi elementi considerati, la linea guida ricorda che lo scopo delle operazioni basate sulle tecniche IPM è quella di ridurre la probabilità di presenza di infestanti, in quanto difficilmente il parametro della gravità potrà risultare modificabile. A ogni modo, per raggiungere tale obiettivo, è necessario migliorare gradualmente tutte le attività di gestione infestanti, partendo dalle attività di prevenzione.
La valutazione del rischio necessita, naturalmente, di riesami periodici.

Misure di segnalazione remote

Nel terzo allegato disponibile, alla luce della diffusione sul mercato di numerosi standard IoT legati alle trappole e alle misure di segnalazione remote, vengono elencati gli standard diffusi (a titolo esemplificativo), con diverse valutazioni tecniche, tra cui i punti di forza e i rispettivi punti deboli.

La formazione del personale

In “Annex 4”, la linea guida riporta elementi utili riguardo la formazione e le qualifiche del personale.
Se da un lato è necessario rifarsi alle eventuali disposizioni nazionali – se disponibili – riferite alla formazione specifica per il settore della disinfestazione (in Italia, aspetto di fatto non normato), si incoraggia in ogni caso a sviluppare, attraverso formazione appropriata – di carattere volontario – le competenze necessarie per gestire tali attività. Si ricorda che IFS richiede espressamente che una persona interna all’impresa alimentare sia formata e responsabile delle attività di pest management, anche qualora queste siano appaltate all’esterno.
Questa persona dovrebbe essere in possesso di una formazione relativa a quali siano le aree dell’infrastruttura in cui vi possa essere attività da parte degli organismi infestanti, ai materiali (materie prime, prodotti finiti, packaging, etc.) che potrebbero essere oggetto di infestazione/contaminazione, alla mappa delle trappole, alle tipologie di misure di controllo applicabili (compresi i controlli sulle merci in ingresso), all’analisi degli andamenti, delle azioni intraprese e della loro gestione temporale e alla documentazione/registrazione disponibile.

Il contratto

L’allegato 5 fornisce una panoramica sui contenuti di un contratto di servizi di pest management, in caso di affidamento all’esterno di tali attività, esortando sempre alla cooperazione tra le parti.
Sono indicati i punti specifici che dovrebbero costituire un contratto tipo, indicando:

  • le parti coinvolte;
  • una premessa che chiarisca gli scopi delle attività;
  • il contesto legale, al fine di assicurare la conformità con le normative di riferimento;
  • l’analisi dei pericoli, includendo gli infestanti di interesse, le condizioni del sito e dei suoi dintorni e i prodotti lavorati nel sito;
  • le specifiche tecniche e i termini del servizio;
  • la durata del contratto e i termini dello stesso, il periodo di preavviso, compresa la gestione di documenti aziendali specifici e generali e la riservatezza tra le due parti;
  • le figure chiave e i dati per valutarne le performance;
  • la responsabilità, comprese la copertura assicurativa (ad esempio, assicurazione responsabilità civile) e la responsabilità per inadempimento delle prestazioni pattuite a tutela contro i rischi imprenditoriali.

Come scegliere un’impresa di disinfestazione

In “Annex 6” sono disponibili importanti riferimenti per la valutazione dei fornitori esterni di servizi. Lo standard in sé non descrive un metodo particolare per la valutazione dei tecnici e delle imprese che erogano servizi di disinfestazione. Tuttavia, ogni servizio esterno di gestione delle infestanti deve essere basato su un’ispezione iniziale, su una valutazione dei rischi, tenendo in considerazione il contesto legale, i pericoli, le misure di sicurezza e gli obblighi/requisiti del cliente. Una volta avviato un servizio di gestione infestanti esterno, esso dovrà essere implementato e documentato in maniera adeguata valutando anche l’efficacia dei servizi. Per supportare la valutazione dei fornitori esterni sono disponibili sul mercato europeo e internazionale diversi standard, adottabili e certificabili dalle imprese di disinfestazione. Tra questi, la linea guida cita EN 16636 (in Italia UNI EN 16636), ISO 22000 oltre alle ben note ISO 9001 e ISO 14001. La conformità con questi standard sarà verificata attraverso valutazioni indipendenti svolte da organismi di certificazione accreditati.

Sicurezza alimentare

Il documento si chiude con l’allegato 7. In questa sezione della linea guida viene ribadito che per soddisfare interamente i requisiti IFS è necessario che tutti i requisiti legali debbano essere presi in considerazione compresi i requisiti locali. In “Annex 7”, quindi è riportata una sintesi delle principali norme europee che riguardano sia gli aspetti di igiene degli alimenti e sicurezza alimentare ma anche ma anche le normative legate alle sostanze chimiche, tra cui il Reg. Biocidi (UE) 528/2012 e il cd. regolamento “REACH” (CE) 1907/2006. A riguardo delle normative nazionali e i codici di buona pratica è necessario poi considerare le norme relative alla protezione degli animali selvatici, relativa ai servizi di disinfestazione e ad altre norme applicabili. Sono altresì prese in considerazione altre normative e linee guida eventualmente applicabili come la già citata EN 16636 e altre linee guida settoriali del settore alimentare.

 

Francesco Fiorente
Consulente in Pest Management

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