Quella dei microbiomi sono comunità di microbi (inclusi batteri, funghi, virus, archaea, etc.) che popolano diversi habitat. Nonostante siano invisibili a occhio nudo, questi microscopici abitanti del pianeta sono praticamente ovunque: dentro e sopra le piante, gli animali, l’acqua, il suolo, il cibo e gli esseri umani. I microbiomi contribuiscono attivamente al sostegno dei sistemi alimentari e al mantenimento della salute delle persone.

Insieme, i microbiomi contribuiscono attivamente alla pulizia degli ambienti, al sostegno dei sistemi alimentari, alla mitigazione dei cambiamenti climatici e al mantenimento della salute delle persone. Ad esempio, trilioni di microrganismi vivono nel e sul nostro corpo (pelle, bocca, polmoni, intestino) dove collaborano attivamente per proteggerci dalle infezioni combattendo, tra le altre cose, i batteri cattivi. Ci aiutano anche a digerire il cibo e a produrre vitamine e ormoni essenziali per la nostra salute. Permettere loro di lavorare al meglio è compito nostro e possiamo farlo anche grazie a ciò che mangiamo. Come nutrire il nostro microbioma e come la dieta possa essere responsabile della sua composizione è stato anche il tema della giornata mondiale dei microbiomi lo scorso 27 giugno.

Tuttavia, appare sempre più chiaro, come non sia solo una questione di composizione, bensì di funzioni e collaborazioni funzionali. Organismi piccoli, loro, e grandi, noi, che coesistono, e probabilmente co-evolvono, grazie a un obiettivo comune rappresentato dai rispettivi metabolismi. 

Non siamo quindi come una matrioska, fatti di un contenitore con tanti piccoli contenuti ben compartimentati, bensì come un complesso ingranaggio, che funziona correttamente se tutte le ruote sono ben lubrificate e lavorano di concerto. Il lubrificante, ciò che mangiamo e beviamo, dovrebbe perciò avere l’obiettivo di preservare anche la più piccola delle ruote dell’ingranaggio, alimentare la biodiversità che è fondamentale per il mantenimento dell’equilibrio tra la comunità microbica e il suo ecosistema, fatto di interazioni bidirezionali, interdipendenti, sia evolutivamente che ecologicamente. 

La comprensione di tali interazioni, iniziata dalla ricerca, dovrebbe diventare criterio per l’innovazione di prodotto nell’industria alimentare.
 
Benedetta Bottari
Professore Associato Microbiologia degli Alimenti Università degli Studi di Parma
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